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Quel giorno io me stavo accovacciato presso la bussola, studiando le oscillazioni dell'ago magnetico, quando mi scosse un gaio vociar della ciurma. Mi avvicinai ad un crocchio di mozzi; costoro guardavano in alto qualcosa che destava la loro curiosit

Ci fu allora chi, studiando questo strano fenomeno, si domandò: Che vuol dire?

Sicchè mi credete una donna viziosa.... Cara Enrica, vi dirò di più.... Io vi credo, pel vostro utile, capace di tutto.... Anche di un delitto? chiese Enrica per far l'indifferente, studiando un sorriso. Di uno, di due, di più.... Avete una buona moglie, voi!

Pei giovanotti, che si sono bene o male educati a questo culto, studiando il De Viris e la storia della letteratura, non c'è che dire, un grand'uomo è un grand'uomo; per le donne è tutt'altro; qualche volta, per esempio, è un noioso, e si sospetta generalmente che prenda tabacco.

Intanto il signor vice ammiraglio con una vigoria di colpi che facevano volare il leggiero canotto sul pelo dell'acqua, pigliava il largo come un contrabbandiere che sa come, perduto il momento propizio, non si passa più. Da una settimana andava studiando il suo piano per far capire a una ingenua che non bisogna credere troppo ai temporali d'amore.

«Lo sappiamo! entrò a dire il colonnello, parlando la lingua italiana, con accento italiano, e levando allora soltanto il capo dalla carta, su cui era venuto studiando tutt'occhi con Dumorbion: ma se invece di declamare le pagine vecchie della vostra storia, voi italiani badaste a farne scrivere di nuove e gloriose, meglio per voi, per noi, per tutti!.... E qui mutando il linguaggio in francese, e voltandosi al vecchio Dumorbion, proseguiva: Cittadino generale, questo giovane viene a parlarvi in nome de' suoi compatrioti....?

Dalle cognizioni assunte leggendo libri sull'Africa e studiando un pochino i viaggi che vi furono intrapresi, capisco che il còmpito di esploratore non è pane pei miei denti. O farlo bene o non farlo: essere ufficiale, ma non semplicissimo ed ignoto soldato del piccolo esercito di volontarii che tentano da ogni lato di avanzare per quelle ignote terre.

Essa ristette dallo scrivere, con una mossa improvvisa, come d'una bambina colta in fallo. Poi, con una dolcezza infinita, disse: Penso che, dopo tutto, per l'ottobre si potrebbe invitar qualcuno. E lo guardava, lo guardava, studiando la sua fisonomia, aspettando forse ch'egli le dicesse di no. Ma egli non disse di no. Disse soltanto Ma cara Milla, tu sei un angiolo!

La contessa, che aveva pronunziata l'ultima frase lentamente, quasi tremando, ma studiando, senza averne l'aria, l'espressione di Ermanno, aggiunse con uno stento più grande dopo l'atto sfuggitogli: «Credo anzi che sia una decisione gi

Ma la Duchessa dovette accorgersi, studiando la fisonomia inflessibile di Drollino, che neppure quella splendida suggestione, valeva a farlo recedere dal suo proposito. Non insistette. Quell'ostinazione invincibile la offendeva. Allora, disse con subita alterigia, quand'è così, va pure. Ma un momento dopo, sentì una lagrima spuntarle sul ciglio. Ella voleva bene ai suoi; a quelli di casa sua.