United States or Bangladesh ? Vote for the TOP Country of the Week !


Il quale non era peranco uscito del tutto da quella stanza, che fattosi ai panni del compagno, disse colla voce tronca dall'ansia: «E chi è colui che mi ha parlato così bene la mia lingua? «Quello rispose l'uffiziale è il Côrso che ha fatto cadere Tolone. Qui dove Dumorbion comanda su tutti, egli, non pare, ma comanda su Dumorbion. «E come si chiama? «Si chiama Bonaparte....

Entrati dal generale Dumorbion, lo trovarono che stava ritto dinanzi ad un ampio tavolo, sul quale un colonnello d'artiglieria, gli segnava col dito teso certe sue diavolerie, scritte su d'una carta geografica o itineraria che fosse. Era costui quel personaggio, che l'uffiziale aveva sperato di vedere l

«Generale rispose Giuliano in lingua francese, senza dar tempo al compagno di parlare per lui: io sono il tale dei tali, medico di D.... in Val di Bormida, e vengo.... «Val di Bormida? interruppe Dumorbion, che appunto allora aveva levati gli occhi di sulla carta, su cui era segnata quella vallata: e che cosa si fa laggiù?

«Ma se ho bene inteso, tornava a dire il colonnello questo giovane è medico: cittadino generale, non lo potremmo adoperare più utilmente colla sua professione?» E Dumorbion a Giuliano, facendo suo questo pensiero: «benissimo! Giovinotto un posto di chirurgo vi garberebbe? «In quanto a me, rispose Giuliano quello in cui vi sembrerò più utile, ed io lo farò.

E l'indomani fece presto a venire, perchè mutatasi la cena in festino per onorare l'ospite, la notte se ne andò, che non parve manco fosse venuta. Ma non se n'era andato con essa il proposito di Giuliano, il quale al primo che s'intoppò tra quegli uffiziali che glielo avevano promesso, chiese d'essere condotto dal generale. Era questi il vecchio Dumorbion, che aveva il quartiere in un convento di frati, rimasto vuoto sin dal primo apparire dei Francesi, la primavera innanzi. All'ora in cui Giuliano arrivava da lui, n'uscivano tutti i colonnelli e i generali dell'esercito repubblicano. L'uffiziale che l'accompagnava lo trattenne sul piazzale della chiesa a vederli passare, e glie ne diceva, così di volo, i nomi e le gesta. Quello era il Laharpe, svizzero di nazione, giovanissimo come si vedeva all'aspetto, prode, sapiente e giusto; quell'altro Massena, a udir l'uffiziale, venuto su da piffero in un reggimento, a quell'altezza di onori e di fama. Cervoni ed Arena gli tenevano dietro parlando tra loro; quei due che ai panni si conoscevano per gente non di spada, erano Albit e Salicetti rappresentanti del popolo; e via via. Ne nominò molti, dolente di non potergli additare quello che era il più illustre di tutti. «Ma lo troveremo forse dal generale»: disse l'uffiziale, e pigliato Giuliano a bracetto lo mise dentro al convento. Questi si lasciava fare come un fanciullo; perchè a vedere quei personaggi gli pareva di non aver mai vissuto. Essi non avevano aspettato d'avere le rughe sul viso per essere uomini; e gi

«Lo sappiamo! entrò a dire il colonnello, parlando la lingua italiana, con accento italiano, e levando allora soltanto il capo dalla carta, su cui era venuto studiando tutt'occhi con Dumorbion: ma se invece di declamare le pagine vecchie della vostra storia, voi italiani badaste a farne scrivere di nuove e gloriose, meglio per voi, per noi, per tutti!.... E qui mutando il linguaggio in francese, e voltandosi al vecchio Dumorbion, proseguiva: Cittadino generale, questo giovane viene a parlarvi in nome de' suoi compatrioti....?