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Aggiornato: 28 giugno 2025
Il conte proseguì con maggior dolcezza: Duca, come amico, come parente, io vi dico che, se dopo le tante prove che aveste dalla duchessa in questi giorni, dubitaste di lei anche un solo istante, fareste grave oltraggio a lei non soltanto, ma a voi stesso.... Rendetela felice, fatele dimenticare i tanti pencoli corsi, le emozioni penose dì questi giorni ed io sarò contento.
Il raccoglimento degli alberi, il cadere del sasso, il quasi impercettibile spostamento dei rami, dei sottili fili d'erba al passaggio di un insetto, gli riempivano il cuore di una dolcezza traboccante; per cui la sua preghiera era spesso accompagnata da altre piccole preci, da slanci di riconoscenza e d'amore, da un tenero delirio e da una compenetrazione così intima della bont
Scherzava con quella ironia cortese che serviva a nascondere il proprio pensiero. Luisa crollò il capo, tristemente: l'incanto si dileguava; ella udiva un'altra volta, mentre Massimo parlava, quella velatura di sogghigno che guastava quante affettuose cose egli dicesse. Tentò di riafferrare un minuto di dolcezza: Chiamatemi ancora gli disse pregandolo.
Ed ora parliamo del Murillo col tuono di voce più soave che possa uscire dalla nostra bocca. Il Velasquez, nell'arte, è un'aquila; il Murillo è un angelo; il Velasquez s'ammira, il Murillo s'adora. Le sue tele lo fanno conoscere, come se gli si fosse vissuti assieme. Era bello, era buono, era pio: l'invidia non sapeva dove morderlo, intorno alla corona della gloria egli portava un'aureola d'amore. Era nato per dipingere il cielo. Aveva sortito un genio pacato e sereno, che si levava a Dio sulle ali d'una placida ispirazione; e però i suoi quadri più ammirabili spirano un'aura di modesta dolcezza, che desta la simpatia e l'affetto prima ancora che la meraviglia. Una semplice e nobile eleganza di contorni, un'espressione piena di vivezza e di grazia, un'armonia ineffabile di colori, sono ciò che colpisce a primo aspetto; ma più si guarda, più si scopre, e la meraviglia si trasforma a poco a poco in un sentimento dolcissimo di letizia. I suoi santi hanno un aspetto benigno, che rallegra e consola; i suoi angeli, ch'egli aggruppava con una maestria meravigliosa, fanno fremer le labbra dal desiderio dei baci; le sue Vergini, vestite di bianco e avvolte in un gran manto azzurro, con grandi occhi neri, colle mani giunte, sottili, flessibili, aeree, fanno tremare il cuore di dolcezza e gonfiar gli occhi di lagrime. Egli congiunge la verit
TRINCA. Che tanti cicalamenti! Ecco vostro padre. ATTILIO. Trattienlo un poco. CLERIA. Venite su e rallegratemi. TRINCA. Sí, sí, cicalate un altro poco. ATTILIO. Non m'impedite, di grazia, che trattiamo cosa per uscir da affanni. CLERIA. E come? ATTILIO. Non ho tempo di dirlo. CLERIA. Perdonatemi di grazia, ché la dolcezza di parlar con voi mi fa trapassare i vostri comandamenti.
Era ingenua e buona, vicino a lei provava una dolcezza placida, un senso di quieto benessere, quei suoi occhi neri lo riscaldavano come un raggio di sole primaverile.... Fu in quel tempo che conobbe Serafina. Intanto tra di loro la guerra seguitava più accanita che mai: però egli cominciava a toccare le prime serie sconfitte.
Come se noi non cognoscessimo questo ipocrito poltrone! che ci ha tutti turbati in modo che io né narrare né tu ascoltar potremo certa bella cosa di Calandro. LIDIO. Di', di'; ché con questa dolcezza leverem l'amaritudine che ci ha lassata Polinico. LIDIO, FESSENIO servo. LIDIO. Or parla.
17 Come Febo la candida sorella fa più di luce adorna, e più la mira, che Venere o che Maia o ch'altra stella che va col cielo o che da sé si gira: così facundia, più ch'all'altre, a quella di ch'io vi parlo, e più dolcezza spira; e d
El corpo era sovenuto nel suo bisogno, e l'anima stava in admirabile allegrezza e dolcezza per la conversazione de l'angelo. Lo Spirito sancto gli è madre che 'l nutrica al pecto della divina mia caritá.
Sian dunque lor insidie occulte o cònte, osserva quelle e queste ridi e sprezza, ché 'l bon nocchier, se tien la fronte a fronte di sorte accortamente, mai non spezza. «Fides sanctissimum humani pectoris bonum est». SEN. MERLINO. Oh quanto m'è giovato questa dolcezza! LIMERNO. Or vedi tu dunque che sin a te la soavitade di rime toscane sono aggradevoli?
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