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Aggiornato: 31 maggio 2025
Sì, come parente di Gian Aloise; rispose il Fiesco, ridendo. L'ho ben capito io, il suo giuoco. Gian Aloise è un gran signore, ha voce in capitolo laggiù, ed anche più verso qua, nei consigli del re Cristianissimo. Mostrarsi cortese ai Fieschi era un bell'accorgimento, ed assai naturalmente suggerito al re Cattolico, che correva il rischio di perdere la corona di Castiglia e Leone, se il re Cristianissimo non concedeva la sua amicizia a lui, ma in quella vece a Filippo d'Austria e alla consorte Giovanna. E chi sa? forse ancor oggi Ferdinando può credere la partita non del tutto perduta, ed un Fiesco esser buono ancora a qualche cosa. Vedremo, vedremo; soggiunse il conte, che pareva riscaldarsi al giuoco anche lui. Certo, se la parola di un uomo può servire a vincerne un altro, io dirò quella parola. Ma in verit
Quantunque ormai per istudio di acquistare potenza i Papi si fossero avvantaggiati delle cerimonie pagane però che quanto la religione perdeva di spirituale tanto desiderava ornarsi di forme sceniche, e affatto materiali, tuttavia verun Papa postergato ogni rispetto più di Gregorio magno strinse lega col paganesimo. A questo uomo misto singolare di pedanteria e di forte volere un dì venne in testa di convertire gl'Inglesi: la causa che lo spinse questa: veduti a Roma alcuni giovani sassoni-inglesi bellissimi di forma domandò chi fossero e donde venissero. Gli risposero essere angli, ed egli, «angioli sì cui bisogna liberare dalla schiavitù del demonio; ma da qual provincia vengono essi? Dal Deirè. Ci supplicano, soggiunse il Papa, a salvarli dalla ira di Dio; e come si chiama il capo o principe loro? Ella. Alleluia, conchiuse Gregorio, certamente a noi commise il cielo, che per le costoro terre si abbia a cantare alleluia.» Bambinesche forme coteste, le quali velavano concetti terribili, che furono in processo di tempo spedire bolle ai Franchi per consacrare le loro rapine affinchè essi le suggellassero con la scure, e a lui Papa pagassero il prezzo del sangue. Mandava Agostino in Inghilterra co' giovani educati nelle arti della curia romana, e parecchi monaci mascagni, i quali tutti giunti ad Aix scorati per le molestie della via stanno in procinto di stornare, ma Gregorio li rimbrotta di poca fede, e li sovviene di lettere commendatizie pei baroni franchi sbraciando loro a destra, ed a sinistra d'illustrissimo, piissimo, cristianissimo e via con iscialacquo, che non mai fu visto maggiore, se ne eccettuiamo quello, che adesso si fa delle croci dei santi Maurizio, e Lazzaro; gli resse il cuore perfino di scrivere lettere alla immanissima donna Branechilda salutandola eccelsa per ispirito inchinevole alle opere buone, e tetragona nel timore dell'onnipotente Dio . Così andarono innanzi Agostino e i frati sicchè giunti appena a Cantorbery domandano al re Etelberto: «una terra con tutte le sue rendite non per loro, ma per Cristo, facendone atto di cessione solenne affinchè egli Cristo colmi lui re di beni in questo mondo e più nell'altro.» Doveva parere un po' strano al re Etelberto che per divenire meglio vestito dovesse cominciare a spogliarsi, pure bebbe grosso, e donò la prima terra a santo Agostino ed ai suoi monaci, le altre se le pigliarono da loro: il peggio era che i Sassoni gente dura male consentiva lasciare le cerimonie vetuste della barbara religione, sicchè non sapendo che pesci pigliare mandava a Roma per consiglio, e Gregorio lo ammoniva a far la gatta di Masino, sopporti i sacrifici di vittime, lasci stare gl'idoli, non tocchi i tempii, si pigli ogni cosa in santissima pace a patto di appoggiare l'alabarda; e così fu; indi a breve Offa ammazza Etelberto; dai morti non ci ha modo di cavarne costrutto; i preti si voltano ad Offa al quale danno assoluzione plenaria a patto che paghi a Roma un tributo annuale intitolato danaro di San Pietro; tale l'origine di questo danaro, che Cesare Cantù non aborriva ricordare nel Parlamento italiano come esempio imitabile; un dì lo somministrò alla Curia romana il tradimento, oggi lo paga il fratricidio. E poichè il prete tiene assai della natura della Fama di Virgilio, che in andando cresce, così a cotesti tempi rimoti con celerit
Se poi il conte Fiesco si decide a far firmare questo trattato dal re Cristianissimo, non c'è più mestieri di prove da Genova, non c'è più mestieri di prove da San Domingo, e la prigioniera è restituita al povero conte. Così dicendo, la marchesa di Moya aveva cavato un foglio dalla sua borsa di velluto, e lo metteva sotto gli occhi della regina. Giovanna lèsse, e strinse convulsamente le labbra.
Signori miei, dice egli ai nobili di Castiglia, abbiamo pazienza un po' tutti; pensiamo che Germana di Foix, la graziosa nipote del re Cristianissimo, ci porta in dote la rinunzia dei Francesi a tutte le terre che possedevano ancora nel reame di Napoli. E che Consalvo avrebbe potuto riprendere senza sforzo; notò il capitano Fiesco.
Ho anche sentito dire che per quella rinunzia del Cristianissimo, il Cattolico si obbliga di pagargli in dieci anni settecentomila ducati d'oro.
Però il Papa se non chiamava i Francesi, per contrapporli a loro chiamava i Turchi mandando a questo fine un Bucciardo oratore fino a Costantinopoli, mentre coll'avventato stile delle bolle papali eccitava Carlo a voltare le armi contro quel desso Turco dimostrandogli quale e quanta enormezza fosse per un re cristianissimo mettere a fuoco, e a fiamma la cristianit
Di qui la opposizione che alle offerte dei Pisani aveva fatta Gian Aloise in Senato, mettendo innanzi che non si potesse far nulla senza il beneplacito del re Cristianissimo, a cui Genova si era data in balìa. E perchè il re Luigi si trovava allora di qua dalle Alpi, si sentisse lui, se n'esplorasse l'animo, prima di deliberare il soccorso di Pisa.
Voglio un conte di Lavagna, vi ho detto, un conte di Lavagna, come lo ha il mio buon zio Cristianissimo, e che tutto s'adoperi per i miei interessi; onorati interessi, che sono pure quelli di un gran regno. Osate dunque, siate sincero con me, parlate liberamente.
Il mio gastaldo io l'ho conosciuto tra Spagnuoli, e di dovunque egli sia, me lo tengo caro. Del resto, che ci trovate di strano? Io non faccio altro che imitare il re Cristianissimo. In che modo? Nell'unico che sia possibile a me. Chi ha messo egli a comandarci, che Iddio lo benedica?
È dunque utile alla Spagna, alla sicurezza, alla gloria di questa nazione a mala pena formata, ch'egli sia il reggente di Castiglia; ed è necessario per ciò che il re Cristianissimo gli sia intieramente amico. Non gliene ha dato prove bastanti? chiese il capitano Fiesco. Non gli ha concessa in moglie Germana di Foix? Dite che il re Ferdinando l'ha voluta; rispose il Ximenes.
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