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La uguaglianza dei vescovi fra loro prescritta dallo Evangelo ed osservata nei primi secoli della Chiesa non può rivocarsi in dubbio. San Paolo scrivendo ai Corinti afferma in nulla inferiore agli altri Apostoli , anzi rinfaccia apertamente San Pietro di non camminare diritto nelle vie del Vangelo. «Cristo, insegna santo Agostino, affidò la Chiesa non al solo Pietro, e principalmente a lui, bensì indistintamente ed ugualmente a tutti gli ApostoliLa uguaglianza fra i vescovi attestano i SS: Ambrogio, Giovanni Crisostomo, Cirillo ed altri parecchi, sicchè il Concilio di Aix la Cappella con le parole medesime di San Cipriano sentenziava: «tutti gli Apostoli hanno ricevuto con Pietro uguale partecipazione di potest

Ella si alzò, e la seguirono tutte alla cappella. Villefort ricevè alfine una lettera dell'avvocato di Aix, che incoraggiava Emilia ad affrettare le sue istanze pel ricupero dei beni della zia. Poco dopo ricevè un simile avviso per parte di Quesnel; ma il soccorso della legge non pareva più necessario, giacchè la sola persona che avesse potuto opporsi non esisteva più. Un amico di Quesnel, che risiedeva a Venezia, aveagli mandato la relazione della morte di Montoni, processato con Orsino, come supposto complice dell'assassinio del nobile veneziano. Orsino, trovato reo, fu giustiziato; Montoni ed i suoi compagni, riconosciuti innocenti di quel delitto, furono tutti rilasciati tranne il primo. Il senato vide in lui un uomo pericolosissimo, e, per diversi motivi, fu ritenuto in carcere. Vi morì in modo molto segreto e sospettossi che il veleno troncasse i suoi giorni. La persona dalla quale Quesnel aveva ricevuto la notizia, meritava tutta la fede. Egli diceva dunque a Emilia che bastava reclamare i beni della zia per andarne al possesso, aggiungendo l'avrebbe aiutata a non trascurar veruna formalit

Ha avuto un colpo di sole; ha visto il Gambetta nel colmo della sua potenza e n'è rimasto abbagliato. Infatti, nei primi capitoli del romanzo il lettore non può far a meno di pensare al Gambetta; i nomi cambiati non riescono a ingannarlo. Aps è Aix; Numa Roumestan è il gran latino che ha conquistato nuovamente la Gallia. «Quella festa del concorso nazionale nell'arena d'Aps (mi sia permesso ripetermi) sotto il sole cocente, con quella folla in ammirazione davanti al grand'uomo di provincia, Numa Roumestan, che distribuisce a destra e a manca saluti alla buona, strette calorose di mano, incoraggiamenti e promesse d'ogni sorta mentre le bande strepitano e i contadini si slanciano a ballare la farandole al suono del piffero e del tamburo del Valmajour, primo tamburinaio della Provenza; quella festa ci richiama alla mente altre riunioni della stessa natura, delle quali abbiamo letto le descrizioni nei giornali, quando il latino dalle larghe spalle e dalla parola possente andava attorno per convertire le turbe al suo vangelo opportunista. Poi si torna indietro, assistiamo ai primi passi del grand'uomo nella carriera politica. Quella testona dalla nera capigliatura che gli mangia met