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Aggiornato: 4 giugno 2025
Per quella figura e per quella barba e per la saviezza facile con cui aveva condotto sempre la sua esistenza, Bruno lo chiamava qualche volta Pantalone. Aveva trascinato seco, partendo da Parigi, la biblioteca raccolta coi più duri sacrifici; e da Parigi a Roma, e da Roma a Milano non l'aveva mai abbandonata.
I suoi due amici se ne andarono insieme, dopo breve tratto; egli rimase solo: e pensava, guardando verso l'uscio sempre aperto della biblioteca: In quella stanza potrò nascondermi quando voglio.... È sempre la meno frequentata del Circolo.... Ed ecco un punto da cui potrò, a poco a poco, udire ciò che i miei amici pensano di me, dopo una sì lunga assenza.
Le sue apprensioni, le sue superstiziose paure cominciavano a diminuire. Ma le apparizioni egli non le temeva: Ida gli era apparsa e gli aveva sorriso. L'inquietudine, il presentimento ch'egli provava così fortemente, da che derivavano dunque? Un giorno egli usciva dalla biblioteca e vide aperto un uscio che ordinariamente stava chiuso.
La mattina di poi, Emilia, nel gabinetto contiguo alla biblioteca, rifletteva alla scena della sera precedente, allorquando Annetta entrò anelante, ed abbandonossi senza fiato su d'una sedia. Passarono alcuni minuti prima che potesse rispondere alle interrogazioni di Emilia; finalmente esclamò: «Ho veduto la sua ombra, signorina, sì, ho veduto la sua ombra!
Ciò non fu immediatamente dopo la conquista, perchè fino al gennaio 1285, i suoi titoli erano: ammiraglio di Aragona e di Sicilia, signor di Castiglione, Francavilla, Novara, Linguaglossa e Tremestieri. Da un diploma del 25 gennaio 1285, nei Mss. della Biblioteca comunale di Palermo Q. q. G. 1, pag. 147. Bart. de Neocastro, cap. 85. Bart. de Neocastro, cap. 86.
Non dovevi lavorare intorno a Villon? seguitò Ariberto. Mi avevi detto, se non erro, che avresti cercato alla Biblioteca Nazionale ciò che ti occorre? C'è tempo, rispose Folco. Ora Gioconda deve divertirsi. Tocca alla contessa richiamarti al lavoro. -osservò Ariberto, sorridendo per attenuare nelle parole il senso di rimprovero. La contessa volse il capo lentamente.
⁴¹⁷ Pag. 283. ⁴¹⁸ Iulian., 487, 11 sg. Pare che il prefetto d’Egitto, che era quell’infelice Edichio che, poco più tardi, sentì tutta l’ira di Giuliano per non essersi mostrato abbastanza vigoroso contro Atanasio, non riuscisse felicemente nel suo incarico di raccogliere i libri del vescovo assassinato, e che anche la tortura inflitta al segretario non avesse giovato allo scopo. Infatti abbiamo, nell’epistolario, quest’altro bigliettino diretto a Porfirio, probabilmente un impiegato dell’amministrazione egiziana⁴¹⁹. «Giorgio aveva una ricca e grande biblioteca. Vi erano libri di filosofia, d’ogni scuola, e molti di storia, e in quantit
⁹¹ Nella Biblioteca reale di Parigi si trovano 6 specie di tali monete, tre d’argento e tre di rame. Le prime tre d’argento sono le seguenti: 1º Un siclo che porta impresso un vaso con sopra un’Alef (prima lettera dell’alfabeto) adoperata certo come cifra significante 1º anno della liberazione
Nei primi tempi dell'alleanza fu sede ai dottissimi idillî degli scienziati tedeschi e italiani. Questi frequentavano la biblioteca e assistevano alle sedute: quelli scendevano per tutta Roma, e massime nel Foro, a scavare e far da padroni. Largivano anche, ai piú fedeli aficionados italiani, diplomi di soci corrispondenti, ricercatissimi e gustatissimi.
⁹⁶ Ms. Qq. D. 102, p. 69 della Biblioteca Comunale.
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