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La forte e astuta donna, della quale riveggo ora nella memoria lo stupendo ritratto del Palmezzani conservato a Forlì nella biblioteca, battè il giovane e forse presuntuoso diplomatico, che in una lettera dovette confessare, e questa è una prova di forza, di essere stato tenuto a bada per otto giorni senza nulla indovinare o sorprendere.

In una delle splendide sale del Palazzo Butera in Palermo⁴⁸⁷ è la ricca biblioteca della Casa. Tra i manoscritti del Duchino di Camastra, che, dopo il 1805, dovea essere D. Giuseppe Lanza e Branciforti, Principe di Trabia e di Batera, ed uno dei più colti ed affabili letterati del sec.

Io? disse con indifferenza Ma subito si corresse: Io sarei felice di veder lavorare il mio Folco. Non m'importerebbe nulla di rimanere sola all'albergo se sapessi che Folco è alla Biblioteca o non ha tempo d'accompagnarmi a teatro. Un giorno o l'altro, promise Folco piuttosto a medesimo che ad Ariberto, mi ci metterò. Quanto rimarrete a Parigi? domandò Ariberto. Chi sa? disse Folco.

Sconoscerei un dovere se non facessi qui menzione degli aiuti, che ho trovato a queste ricerche nella Biblioteca comunale di Palermo e nel regio archivio di Napoli. La biblioteca palermitana, dotata un largamente dal comune, arrichita di libri da molti cittadini, ristorata dal sommo Scin

Ora, egli avvenne un giorno che il conte Alessandro avesse urgente uopo di parlare a suo fratello. Ne andò in busca alla biblioteca, ove recavasi di ordinario dopo l'asciolvere. Alessandro incontrò Ivan alla porta. Il principe è qui, Ivan? , padrone. Apri. Non si entra, padrone. È egli solo? Solo. Lavora dunque? No. Apri. Impossibile, padrone. È per suo ordine? Padrone, . Che fa egli dunque?

Ti vedo qui, seduta presso la mia scrivania, come nel tempo buono, e non mi par vero. È così eccezionale ed è così bello che... non so... vorrei solennizzare questo avvenimento, vorrei fare il chiasso, vorrei farti festa insomma.... Caterina Dammi qualche libro da leggere. Ludovico Vado in biblioteca.... Caterina No, un libro qualunque. Piglio questo. Ludovico Ma questo è il Codice. Caterina

La biblioteca si riduce a questo solo archivio; io vi lavorai per molte ore. Dapprima ero sorvegliato da un valletto del Comune; poi, avendo io voluto vedere in ciò un segno di sfiducia, me ne fu affidata senz'altro la chiave, con facolt

Così dicendo, proseguì fino in fondo al corridoio, dove era l'ingresso laterale alla chiesa. La chiesa, come sapete, era stata convertita in biblioteca. Tra la chiesa e il capitolo c'era la sagrestia. Il padre Prospero entrò dunque in biblioteca, sperando di trovare col

Alberto non ne compra, e mi rimprovera se ne compro io col mio budget particolare, ma io sono abbonata a una biblioteca circolante, e ho inoltre una fornitrice generosissima nella signora Erminia Sali, nata Frigidi, vedova Maranzi, vedova Silveri.

¹⁹⁷ Villabianca, Opuscoli. Ms Qq E 94, n. 3, p. 107 della Biblioteca Comunale di Palermo. Anche quel buon uomo di D. Ippolito De Franchis risentivasi della comune vanit