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La Vendetta rotola nel cielo con i volumi mostruosi di quelle nuvole irte di raggi acutissimi brucianti, che penetrano nelle ossa, facendone sprizzare lagrime di fuoco. Ricordo, ricordo che in me, nei miei soldati e in tutte le facce nere polverose degli arditi la Vendetta penetrava, imbeveva di ogni fibra, scatenava i muscoli, unghiava le labbra, gli occhi le orecchie.

Era insomma una scena deliziosissima e il tenente non si vedeva. Ognuno che abbia frequentato per poco i volontari, sa quanto sia susurrone e incontentabile questo elemento, quando è lontano dal fuoco; quindi facilissimo e immaginarsi quali recriminazioni, quale sussurro provocasse questa inopinata tardanza. Prima furono proteste, poi fischi acutissimi: finalmente calci e pugni alla porta.

Un attimo appena. E subito dopo, un dilemma inevitabile mi trattenne fra i suoi corni acutissimi. «O tu invece che alleati trovi nuovi contradittori; e la tua solitudine risulta perfetta e fatale. O ti d

Con questi giovani ardenti, instancabili, acutissimi, passava dunque il giovane Sforza il suo tempo, quando tornava dall'avere armeggiato.

Il ferito cominciò a singhiozzare come un fanciullo, poi, furente, si diede ad urlare con voce di dannato. Chiamava, imprecava, pregava, mandava suoni senza nome, fremeva, taceva sfinito, ricominciava più feroce, finchè gli urli tornarono grida umane, e le grida lamenti acutissimi, ed i lamenti gemiti spossati e sommessi. Poi la voce gli mancò anche a quelli.

Or io facendo dell'astrologo che partecipa un poco del negromante, che pizzica dell'alchimista e del far molini, con l'aiuto de' miei cari compagni spero lasciare memorabili segni della nostra pratica in casa sua, dubito punto della riuscita. RONCA. Quei danari e quelle tapezzarie saranno a noi acutissimi incitamenti ad esser piú destri e piú scaltri e piú solleciti che mai.

E mi diedi ad assaporare irosamente l'amarezza dei miei pensieri. Dissi a me stesso che in terra non mi restava più nessun affetto. Senza madre (un presentimento incessante mi susurrava nel cuore che dovevo esser orfano), senza amici, senza amore, straniero, deriso, avevo collocato in quel povero bull-dog tutta la tenerezza di cui mi sentivo capace. Egli divideva le mie fatiche e i miei rancori; non ero uno straniero per quella povera bestia; quando quell'onesto cane mi guardava dilatando le labbra del suo grugno sagace e mostrando gli acutissimi denti come una persona che ride, non mi guardava coll'occhio sospettoso di Ram

FANNIO. Non cape in . LIDIO femina. E si preparano le nozze? FANNIO. Tutta la casa è in faccende. LIDIO femina. E credeno che io ne sia contenta? FANNIO. Lo tengano per fermo. LIDIO femina. Oh infelice Santilla! Quel che ad altri giova solo a me nuoce. Le amorevolezze di Perillo e della moglie verso me mi sono acutissimi strali per non poter fare el desiderio loro quel che sarebbe il ben mio.

È un'infermeria che non ha nulla. Tutti gli ammalati sono curati con delle polverine di calomelano, di bismuto e magnesia e di bicarbonato di soda. C'è qualche pennellata di tintura di iodio per i reumatismi e i dolori acutissimi e basta. Il cavadenti è un condannato. È un vero miracolo che egli non abbia mai smascellato qualcuno.

Non avendo il Fossano mai osato metterlo a parte dell'orribile sua sventura, e avendo anzi coll'assicurarlo che la Valenzia era in buonissimo stato, fatto dileguare dalla mente di lui quel dubbio orrendo che vi s'era messo per le ingannevoli parole del Malumbra, il Candiano era d'un umore così ingenuo, così gaio, così affabile, che tutti se ne consolavano pensando che sarebbe stato il doge colui nel quale, anche gli occhi acutissimi dell'invidia, non avrebbero potuto trovare una pecca.