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Aggiornato: 9 maggio 2025
Sua madre e la Stella, in gran pena di cuore lo aspettavano, assidue tuttora al lavoro; l'una si lamentava di quando in quando della insolita tardanza del figliuolo; l'altra, benchè temesse in cuore, cercava soavi parole per rassicurarla.
Passava il tempo, e costui non compariva. Emilia, inquieta, esitò se dovesse aspettarlo ancora; avrebbe mandata Annetta a cercarlo, se non avesse temuto di restar sola. Mentre ragionava colla seguace della tardanza, lo videro comparire. Emilia si affrettò a domandargli che cosa voleva dirle, pregandolo di non perder tempo, poichè l'aria notturna l'incomodava.
88 Stato era il cavallier sempre in un canto, che la decina in piazza avea condutta; però che contra un solo andar con tanto vantaggio opra gli parve iniqua e brutta. Or che per una man torsi da canto vide sì tosto la compagna tutta, per dimostrar che la tardanza fosse cortesia stata e non timor, si mosse.
Era insomma una scena deliziosissima e il tenente non si vedeva. Ognuno che abbia frequentato per poco i volontari, sa quanto sia susurrone e incontentabile questo elemento, quando è lontano dal fuoco; quindi facilissimo e immaginarsi quali recriminazioni, quale sussurro provocasse questa inopinata tardanza. Prima furono proteste, poi fischi acutissimi: finalmente calci e pugni alla porta.
Fino a cinque anni, non seppe quasi balbettar parola; l'occhio suo muto e fisso, la nativa rozzezza degli atti, la pigra usata postura, avrebbero dimostrato abbastanza in quel tempo, a chiunque si fosse fermato a guardarlo, la tardanza del sentimento e lo scarso lume del pensiero.
12 Vuol Ricciardo, Viviano e Malagigi, e l'un prima de l'altro essere in giostra: ma Rinaldo pon fine ai lor litigi; ch'inanzi a tutti armato si dimostra, dicendo loro: È tempo ire a Parigi; e saria troppo la tardanza nostra, s'io volesse aspettar fin che ciascuno di voi fosse abbattuto ad uno ad uno.
Andrò in casa di don Flaminio che deve aspettarmi. DON IGNAZIO. Dura cosa è l'aver a far con i servidori: sa ben Simbolo quanto desio di andar a trovar mon'Angiola, e non ritorna. Ma eccolo. Come hai fatto aspettarmi tanto, o Simbolo? SIMBOLO. Come saprete quanto ho fatto in vostro serviggio, mi lodarete della tardanza.
LELIO. Non potria imaginarsi il piú bel tratto! togliete via ogni tardanza. CRICCA. Piano; «a chi è impaziente dell'indugio convien precipitare»; ma se vogliamo che l'inganno riesca, non bisogna andar cinguettando che Guglielmo sia tornato. E voi trattenete il vignarolo in casa, ché non lo vegga Pandolfo insin a tanto che non avete fatto i matrimoni.
GIACOMINO. A prieghi aggiongeró qualche scudo, ché dica quella bugia: ché se delle bugie se ne dicono le migliaia senza pagamento, quante se ne diranno per denari? I danari son l'unguento de tutti i mali. Io vo a chiamar le donne. CAPPIO. Presto, ch'ogni tardanza ci potrebbe apportar danno.
Salutai gli amici e verso mezzanotte mi ridussi al caffè Ferruccio. I miei quattro compagni, non avevano mancato all'appello e cominciavano a susurrare della mia tardanza; alcune nostre conoscenze fiorentine, colle quali potevamo fidarsi a chiusi occhi, si erano assise al nostro tavolino, e sotto voce ci davano qualche conforto, o si lamentavano di non poterci seguire.
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