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Aggiornato: 22 maggio 2025
Andrò al padron giovane a dirli quanto si è oprato in suo serviggio. BALIA. Sulpizia smania e non trova luogo per la gelosia di Cleria; mi manda se può saper da Erotico alcuna cosa di nuovo. EROTICO. O balia, di' a Sulpizia mia, che trattiamo or cosa onde spero che sarem nostri. BALIA. Parlatemi, di grazia, piú particolarmente, e liberatela da tal passione.
ATTILIO. Madre, se promettete di perdonarmi e di rimediarvi, che di un male non se ne faccino molti, vi spiegherò il fatto come passi. CONSTANZA. Ti giuro, figlio, per quella grande affezion che ti porto, che spenderei questo avanzo di vita in tuo serviggio. Che se non m'adoperassi per un figlio, per chi debbo adoprarmi io? ATTILIO. Poiché cosí volete, vi scoprirò il tutto.
Tu non entrerai in casa mia, ché, avendo nome Granchio, dubito che non sii granchio da dovero, che granciassi, sgraffignassi, arruncinassi con queste tue unghie di aquila alcuna cosa. La mia casa non è buca per te: non senza cagione ti han posto nome Granchio. GRANCHIO. A me fu posto nome Granchio, ché come avessi cento mani e cento piedi, tutti adopro in serviggio del mio padrone.
Giá sono accommodate le cose della patria molti anni sono; e io cercando di lui, venni con la casa in Roma; e per un mal serviggio promettendo io di battere mia nipote, questa si partí di casa tre anni sono, che non ne ho inteso piú nulla se non pochi mesi sono, che era in Napoli in casa vostra. Onde partitomi di Roma, son qui venuto per saperne novella. GERASTO. Come è suo nome, e del padre?
Vorrei che mi comandaste, accioché io cominciassi a sciôr uno di quegli oblighi che vi tengo, e ogni affanno che patissi sarebbe ben impiegato per voi. CINTIA. Non vi feci alcun serviggio mai che non l'avessi fatto con animo di farvene degli altri: bastará solo che conosciate che io vi ami.
Vedo che cominci a tremare. Levati di qua; vien tu qui, segui il tuo ragionamento: la vo' intender da capo. TOFANO.... perché volevano disturbare certo matrimonio, e tutto ciò per far serviggio ad un giovane, vestito da fantesca, che faceva l'amore con la figlia di quel medico. Onde pregò caldamente il mio padrone, che si è affaticato tutto oggi per trovarle: l'abbiamo servito, e or ce le reco.
Andrò in casa di don Flaminio che deve aspettarmi. DON IGNAZIO. Dura cosa è l'aver a far con i servidori: sa ben Simbolo quanto desio di andar a trovar mon'Angiola, e non ritorna. Ma eccolo. Come hai fatto aspettarmi tanto, o Simbolo? SIMBOLO. Come saprete quanto ho fatto in vostro serviggio, mi lodarete della tardanza.
EROTICO. Potrei esser privo di giudizio e di valore in ogni cosa, ma non in quello dove si tratta del suo serviggio. BALIA. Guardate, che vi sta mirando dalla fenestra e vi fa l'occhino: salutatela e mandatele un bacio, se la volete rallegrare. EROTICO. Ecco, la saluto e la bacio. BALIA. Non vedete, che s'è inchinata da dentro la gelosia e vi ha ribaciato? Che volete che le dica da vostra parte?
FORCA. Romper la testa a chi se la rompe ogni ora per pensar trappole per vostro serviggio? fermatevi, vi dico. PIRINO. Non mi fermarò, se prima non ti arò cavato il core. FORCA. Volete cavar il cuore a chi ha cavato i danari dal cuor di vostro padre? Cancaro, io l'ho scappata bene, aiutami tu, Panfago! PANFAGO. Or ora torno. PIRINO. Assassin cane, ti voglio aprire il petto!
EROTICO. Trinca, non potendoti or render premio condegno, ricevi almeno la mia confessione: che ricevo da te la vita e l'onore e quanto bene ho al mondo, e spero col tempo fartelo conoscere. ATTILIO. Trinca, questo serviggio ti porterá tanto utile, quanto serviggio che sia fatto a persona che faccia professione di conoscere i benefici. TRINCA. Fate che i fatti corrispondano alle parole.
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