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Aggiornato: 14 giugno 2025


Al tempo in cui l'ultimo fu consumato, nell'anno 1584, quattro scellerati, senza sapere l'uno dell'altro, un inglese, uno scozzese, un francese e un lorenese, stavano a Delft, dove si trovava il principe di Orange, aspettando tutti e quattro l'occasione di assassinarlo. Oltre a questi, c'era da qualche tempo un giovane di 27 anni, della Franca Contea, cattolico, che si faceva passare per protestante, di nome Guyon, figlio di Pietro Guyon che era stato giustiziato a Besançon per aver abbracciato il calvinismo. Questo nominato Guyon, il cui vero nome era Baldassarre Gerard, faceva credere d'esser fuggito alle persecuzioni dei cattolici, menava una vita austera, assisteva a tutti gli esercizi del culto evangelico; in poco tempo, si era acquistato la fama di santo. Dicendo d'esser andato a Delft per domandar l'onore d'essere ammesso al servizio del principe d'Orange, ottenne colla raccomandazione d'un ministro protestante d'essergli presentato; gl'ispirò fiducia; e fu da lui destinato ad accompagnare il signor di Schonewalle, inviato degli Stati d'Olanda alla corte di Francia. Poco tempo dopo tornò a Delft per dare al principe Guglielmo la notizia della morte del duca d'Angiò; e si presentò al convento di Sant'Agata dove il principe soggiornava colla sua corte. Era la seconda domenica di luglio. Guglielmo lo ricevette nella sua camera, stando a letto. Eran soli. Baldassarre Gerard ebbe forse in quel momento la tentazione d'ucciderlo: ma non aveva armi, si contenne, e dissimulando la sua impazienza, rispose tranquillamente a tutte le domande. Guglielmo gli diede una piccola somma di denaro, gli disse di prepararsi a ripartire per Parigi e gli ordinò di tornare il giorno seguente a prender le lettere e il passaporto. Col danaro ricevuto dal principe, il Gerard comprò due pistole da un soldato (il quale s'uccise quando seppe a che uso le sue armi eran servite) e il giorno dopo, il dieci luglio, si ripresentò al convento di Sant'Agata. Il principe Guglielmo, accompagnato da parecchie dame e signori della sua famiglia, scendeva le scale per andare a desinare in una sala a terreno, e dava il braccio alla principessa d'Orange, sua quarta moglie; quella gentile e sventurata Luisa di Coligny, che nella notte di san Bartolommeo aveva visto uccidere ai suoi piedi l'ammiraglio suo padre e il signor di Téligny suo marito. Baldassarre gli andò incontro, lo arrestò e lo pregò di firmare il suo passaporto. Il principe gli disse di ripassare più tardi ed entrò nella sala. Nemmeno un'ombra di sospetto gli era passata per la mente. Ma Luisa di Coligny, resa cauta e sospettosa dalla sventura, s'era turbata. Quell'uomo pallido, avvolto in un lungo mantello, le aveva fatto un'impressione sinistra; le era parso che la sua voce fosse alterata e il suo volto convulso. Durante il desinare, manifestò i suoi sospetti a Guglielmo, e gli domandò chi fosse quell'uomo «che aveva la più cattiva fisonomia ch'essa avesse mai vistaIl principe sorrise, le disse che era il Guyon, la rassicurò, fu gaio come sempre durante il desinare, e finito che ebbe uscì tranquillamente per risalire alle sue stanze. Il Gerard l'aspettava sotto una vòlta oscura, accanto alla scala, nascosto nell'ombra della porta. Appena vide comparire il principe, s'avanzò, gli fu addosso nel momento che metteva il piede sul secondo scalino, gli sparò una pistola carica di tre palle nel mezzo del petto, e si diede alla fuga. Il principe vacillò e cadde fra le braccia d'uno scudiero; tutti accorsero; egli disse con voce spenta: "Son ferito.... mio Dio, abbi piet

I patrioti che accorsero al segnale dello scoppio furono arrestati dalle grosse pattuglie che sbarravano le vie. Al Campidoglio, a Piazza Colonna, gl'insorti erano sbaragliati. Solo resisteva ancora la Porta San Paolo. E contro quell'ultimo baluardo della libert

Quella notte tutti vegliarono, oppressi dall’angoscia, spaventati dall’avvenire. Il giorno seguente si sparse la notizia di molti arresti fatti nella stessa notte. Accorsero gli amici, ma nessun conforto poteva consolare quegli infelici caduti vittime di tale sventura. I prigionieri erano partiti per Mantova.

Quand'ecco a un tratto smacchiar di lontano un bianco cervo con corna di sedici palchi. Il conte raddoppiò il fiato alla cornetta, e piú veloci accorsero d'ogni parte cavalieri e pedoni. Ed ecco, or di dietro or dinanzi, or l'uno or l'altro de' seguaci stramazzare tramortito sul terreno per la gran furia. Stramazza pure, stramazza, al diavolo!

Poco differìa Bianca dal padre in altezza, sicchè le sentinelle non si accorsero della frode. Disserra l'uscio ferrato, e ad Anselmo che scosso riguardava chi venisse a portargli o vita o morte, dicea pregando e stendendo le mani tremanti ai suoi ceppi: Ecco ti schiudo il tuo carcere, ti sciolgo le tue catene. Quest'abito e questo elmo ti apriranno ogni via ed ogni porta, chè tutti ti crederanno il Signore. All'ultima uscita è gi

Tutti le furono appresso: poi si guardarono attorno: e si accorsero che era scomparso il bambino del soprintendente. Pochi momenti prima, tutti l'aveano veduto baloccarsi intorno al pozzo: la madre lo avea leggermente sgridato. Chi lo salva? chi lo salva? -domandò il padre atterrito. La ferita della gamba gl'impediva di tentar egli l'ardua discesa.

Appena si seppe nel villaggio il ritorno dell’esule, gli amici accorsero ad abbracciarlo. Il più vecchio di tutti era il maestro Zecchini; esso fu il primo a comparire, e stringendosi al seno Gervasio gli pareva di rivedere un figliuolo. Parlava del povero capitano come d’un fratello perduto, egli aveva dimenticato la loro discordia di opinioni, e non si ricordava più che le varie vicende d’una lunga intimit

Lorenzo parò facilmente col forte della lama, e con la punta minacciò gagliardamente a sua volta. A quel punto, ambedue si accorsero di avere a stare attenti. Il Montalto era un esercitato schermidore, ricco di partiti e di bella apparenza. Lorenzo era più sodo, e non faceva di molte novit

Tutta questa scena era passata rapidamente, mentre le sorelle del Circolo, nel compartimento anteriore del palazzo, attendevano che Fidelia ripigliasse la canzone, ovvero ritornasse nella sala per prendere parte al convito. Il grido della fanciulla destò lo sgomento nella piccola comitiva. L'anziana fece allentare il gran ventaglio, e le amiche di Fidelia accorsero tutte verso la gondola.

Quando Dio volle arrivammo a Kastel. Gridai tanto che si venne ad aprire prima ancora che il treno fosse fermo e molte persone accorsero. Un medico! esclamai, e mi portai giù la mia diletta da solo, passai fra la gente che ripeteva: Un medico! Un medico! l'adagiai sopra un canapè, nella sala d'aspetto di prima classe. In un attimo la sala fu piena di curiosi.

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