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Si lasciò cadere sul rozzo sedile, e ruppe in lacrime convulse, le prime lacrime di disperazione che Cesare avesse mai visto sgorgar dagli occhi dell'amata.... Egli ne fu tòcco dolorosamente; e inginocchiandosi al suo fianco, accarezzandola con lieve carezza quale la donna stessa sapeva usare ne' suoi momenti d'abbandono, baciandola discreto con casti baci, tentò il conforto solito con la voce insolita dell'amore: Oh io ti amerò per ogni affetto che il mio amore ti sar

Loredana non riusciva a penetrare il pensiero dell'amante. Lo vedeva padrone di , sereno, quasi spensierato, e credeva a una finzione.... Un giorno in cui egli andava ammirandola e accarezzandola, la giovane non riuscì a dominarsi. Gli chiese: Ti piaccio? Molto, rispose Filippo ridendo. Ne dubiti forse? Mi ami? incalzò Loredana. Molto, ripetè Filippo. Ti pare che....

Non era il primo caso, codesto, nel quale Lalla si mostrasse adirata; ma le altre volte Giorgio smetteva subito la bizza e le domandava perdono, accarezzandola. Invece, quella notte, tacque imbronciato; e mentre Lalla, svestita e inginocchiata dall'altra parte del letto, diceva le sue orazioni, Giorgio, coricato, cominciò a leggere il Diritto.

Certamente quella figura magra, lunga, ingenua, credenzona, facile ad illudersi e ad essere illusa, che di pagina in pagina prende sempre maggior rilievo, interessa, quantunque umile, più assai di tutti gli altri personaggi che se ne servono pei loro fini, accarezzandola, lusingandola fintanto che hanno bisogno della sua inconsapevole opera nella lotta elettorale, e che buttano via come una buccia di limone spremuto quando non serve più e anzi diventa un imbarazzo per loro; quella figura è così caratteristica, così originale, che non mi stupisce, che arrivi fino a far sospettare al lettore che egli l'abbia davvero conosciuta nella realt

Sei stato mai sul lago di Garda? chiese Loredana, dopo aver guardato con diffidenza il nuovo viaggiatore. , due volte. In questo mese, con questo caldo, siamo sicuri di non trovar nessuno che possa importunarci. Come farò?... disse nuovamente la fanciulla, ma poi s'interruppe impacciata. Come farai, che cosa? domandò Filippo, riprendendole una mano e accarezzandola.

Per alcuni giorni nessuno si recò al negozio di Maria a riportarle gli abiti ed a riprendere il costume da maschera. La bella guantaia si era fatta triste e pensierosa, tanto che Annetta non potè a meno di accorgersi che qualche cosa di strano avveniva in lei e l'interrogò con somma dolcezza, accarezzandola come quando era bambina.

Valeria errava per le camere nel suo vestito di lutto, con un'espressione spaurita e sonnambulesca. Se lo zio Giacomo voleva parlarle, ella scattava in mezzo alla conversazione con aria di bestiola inseguita, e correva a vedere di Nancy. Lo zio Giacomo s'infastidiva. Ma non c'era dunque Fräulein per badare a Nancy? E se Fräulein fosse occupata con la signora Avory e con le domestiche, v'era pur sempre Edith! Edith non adorava forse la piccina, accarezzandola e viziandola? Che bisogno c'era che Valeria si agitasse a questo modo?... Ma Valeria si agitava, impallidiva e correva via. Non più piccole premure per lo zio Giacomo; non più minestroni freddi, fatti espressamente da lei sotto il naso disapprovante della cuoca inglese. Più nulla. In quanto a Nino, poveretto! pareva proprio che per Valeria egli non esistesse più. Ella non aveva occhi che per Nancy e per Edith. Sempre le guardava, le seguiva, s'intrometteva nei loro discorsi; sempre le spiava con quell'aria di bestiola inseguita che faceva piet

Ma la monarchia, che s'accorgeva di essere senza principio, non poteva non diffidare della rivoluzione, accarezzandola per giovarsi delle sue forze.

Ogni volta che suo marito, accarezzandola, alludeva alla propria contentezza, alle intime gioie che gli risvegliava nel cuore quella creaturina non ancora nata, ma gi

S'avvicinò alla cavalla, accarezzandola sulla fronte; poi salì nel veicolo, prese le redini dalle mani del servo, e quando mi fui accomodato al suo fianco, aizzò Steppa che s'incamminò con grande strepito di ferri sotto l'androne. Hai dormito? domandai. Ho lavorato.... Perchè non lavori anche tu? È una consolazione. Bene, Severino Boezio! E di che cosa debbo io consolarmi? Di tutto....