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Aggiornato: 12 luglio 2025
Anne-Marie che non leggeva critiche, nè sapeva che al mondo vi fossero dei Musicisti Veri, era gaia e felice e adorava l'Italia. Per consolarla del lontano Schopenhauer, Nancy le aveva regalato un piccolo cane bassetto.
La Lena a sette anni era un fiore rosso di melagrano, anzi un melagrano aperto; si tirava i baci delle comari colle sue arie leziose di signora e sopra tutti adorava suo padre il quale poveretto cominciava ad averne gran bisogno di quella adorazione.
Adorava sua madre per un forte bisogno d'essere amato, divideva seco lei le sue gioje, versava sul di lei seno le sue lagrime non volendo conoscere altri piaceri che quelli dello studio, altre affezioni che quelle pure, ineffabili della famiglia. Alberto invece era l'antitesi del fratello.
Anne-Marie lo conduceva a passeggio nei Giardini, vergognandosi non poco delle sue gambe storte, e del suo corpo lungo e contorto come una sinfonia del Mahler; ma essa lo adorava ancor più per queste sue immeritate disgrazie.
In quel tempo felice Silvio la adorava, le usava le più delicate attenzioni, le procurava ogni distrazione possibile, il passeggio, le gite in carrozza o in ferrovia nei paesi vicini. La povera nonna temeva sempre che le mancasse qualche cosa, le offriva tutto quello che poteva farle piacere, si affaticava per servirle ogni giorno un pranzetto appetitoso.
Ma sino a quel punto, i più non vedevano altro Dio che costoro; e come dèi gli adorava Marocco, vecchio volpone, che conduceva in C.... un caffeuccio, proprio in sulla piazzetta del borgo. Egli se gli era tenuti sempre bene edificati, e si dava attorno a servirli colla moglie che aveva bella: nè faceva segno di recarsene, dove questa sorridesse ad alcuno di essi, o rispondesse piacevolmente ai loro motti arditi. Pur di brancicar monete, sarebbe stato ad occhi chiusi tutta la vita; e gi
Molte volte, quando le belle dita della fanciulla correvano sui tasti d'avorio del vecchio cembalo, facendolo vibrare con gli accenti appassionati della musica italiana o delle soavi melodie tedesche, il cuore le batteva stranamente e non osava voltarsi a guardare il suo maestro, che immobile dietro la sedia, suo malgrado, adorava.
Quel sospiro soffia in un grande inferno: perché Ugo bestemmia: Sempre un rimorso nella mia preghiera! Ma Imilda se lo stringe a sè. Quando il boscaiuolo era entrato nella capanna era Silverio, ora il cavaliero era Ugo. Con Silverio Imilda amava la pace, con Ugo adorava il passato, il presente, l'avvenire. No, Ugo! Io ti seguii! Non ti seguii: ma ti volli, ti trascinai, ti inebbriai!
Grandissimo! Egli era sempre la cara anima che mi adorava in ogni pensiero e in ogni sentimento, che vibrava a ogni vibrazione mia, che per un miracolo sentimentale aveva fatta sua la vita del mio cuore, che non divideva ma assorbiva tutte le mie sofferenze, che non solo asciugava ma faceva inaridire le mie lacrime, che mi dava la pace e la serenit
Ma Leonida aveva una madre che lo adorava; essa, donna d'alti sensi e generosa, avrebbe dato cento figli per la liberazione della patria, ma Leonida era figlio unico e di fisico un poco gracile, benchè d'animo fortissimo. Avea di più contratto le micidiali febbri di Malghera, ov'era stato di guarnigione.
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