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Al teatro... rispose egli, preso da una nuova esitanza. Al teatro? riprese Sofia. Noi vi andiamo molto di rado. Nell'aprile, al San Carlino rispose egli senza aggiungere altro, Ora ricordo; quando Maria Desanctis ci mandò quel palco, mamma. Una cattiva serata quella.... Perchè? domandò Gaetano, senza osare di chiedere altro. Non amo quel teatro; vi si ride troppo e non vi s'impara nulla.

Girando s'impara; disse Filippo. Del resto, non sono io che so molto; sei tu che ti contenti di poco. Ma questo è buon segno; non sei innamorato. Se tu lo fosti, vorresti gi

Or nel mille ottocento e cinquanta, a Mercallo, Nell'unica taverna all'insegna del Gallo, Abitava un vecchietto con una figlia, bionda, Bella, diciassett'anni, ben tornita e gioconda. Gli affari prosperavano che da parecchie annate, I villani contavano men meschine derrate; E perciò nelle botti non dormigliava il vino. La fanciulla avea nome Lisa; il padre Martino. Stando al mondo s'impara.

Via, non ci guastiamo il sangue; entrò a dire Lippo del Calzaiolo. Cristofano ha ragione, ed io seguirò il suo esempio; me ne andrò a bottega da Agnolo Caddi, in Firenze. Tanto qui non s'impara nulla. È vero, questo; notò il Chiacchiera. Mastro Jacopo ha l'aria di tenerci per misericordia, come si tengono gl'infermi all'ospedale. Non c'è che Spinello, in Arezzo!

Alma gentil, in cui l'eterna mente, per farvi sovra ogni alma, bella e chiara, pose ogni studio; onde per voi s'impara la via di gir al ciel sicuramente; come il mondo della più eccellente cosa di voi non ha, tanto cara; e come sola sete e non pur rara d'ogni virtute ornata interamente;

Vi apprenderesti cose Orrende, obbrobrïose....» Oh! che ti frulla in mente? Questo torto non farmi; Il libro è un po' indecente Ma nulla può insegnarmi. Guai se legge la mia Clara Questo libro abbominato, Questo libro ove s'impara La malizia ed il peccato! Da un romanzo perverso Ella apprendere potria Come e quanto io son diverso Dal marito di Sofia!

Non si deve dunque poner fra numero di cose odiose questa dell'ignoranza figlia, ancorché descenda da matre tanto odiata, e altretanto gli uomini nelli quali si ritrova, si bene in quelli non oprasse il totale effetto di far loro conoscere quel che prima non conosceano, mentre opera almeno che errando s'impara e, a quel che loro non possano arrivare, d'altri l'intendano.

CORONA. La ragione. PAOLA. Perché cosí la ragione? CORONA. La quale m'avvisava dover essere peggior Limerno che Merlino. PAOLA. Leggerlo almanco voi dovevati. CORONA. A che perder il tempo? PAOLA. Taci, ché d'ogni libro qualche cosa s'impara. CORONA. Questo è falso. PAOLA. È sentenzia di Plinio. CORONA. Vada con le altre sue menzogne! PAOLA. Negarai tu che d'ogni libro non s'impari qualche cosa?

Di Alessandro Arrighi L'aspetto sacro e la bellezza rara, eguale a cui non ebbe il mondo ancora; il folgorar de gli occhi ch'innamora il mondo tutto, e quasi sol lo schiara; il parlar saggio, onde la via s'impara di gir al chiaro e uscir dal fosco fora; e l'alto sangue, lo cui ammira e onora chiunque adorno è più di stirpe chiara;

La sua presenza era molto gradita, nella casa dei Guerri. Anche i re conoscono la noia, e un discorritore ameno, che parli gravemente di mode e gaiamente di cose scientifiche, buon dilettante per ragionare senza sussiego di arte e di lettere, diplomatico raffinato per toccare, senza scoprirli, i segreti dei gabinetti, e per dipingere con un rapidissimo tocco i piccoli difetti dei sovrani esteri, che sono fratelli e cugini del padrone di casa, è veramente la man di Dio in un circolo intimo, donde il cerimoniale è per due ore sbandito. Per i re della montagna, il conte Gino era come una gaia nota di sole nel fosco della macchia; la sua presenza una bella meteora, la sua conversazione un fuoco d'artifizio. Anch'essi, tanto buoni e ricchi di quella gentilezza che non s'impara per , ma che è il frutto di una lunga educazione, fors'anco eredit