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Ove suonan l'angeliche parole, ch'in un momento mi dan morte e vita? u' i cari sguardi, u' le maniere belle? Ove luce ora il vivo almo mio sole, con cui dolce destin mi venne in sorte quanto mai piovve da benigne stelle? XLVI. Ad Alessandro Arrighi Spirto gentil, s'al giusto voler mio non è cortese il cielo e amico tanto, ch'io possa con ragion lodarvi quanto me fate, e io far voi spero e desio;

La signora Veronica sopraggiunse per dire di aver parlato nelle scale con le Arrighi, e che nessuno si era accorto di nulla la sera innanzi. Si vede che è un signore intelligente: un altro forse nell'andarsene non avrebbe badato più che tanto, perchè gli uomini dopo sono tutti così. Ho alzato Bettina, sapete... Portatemela! esclamò Tina.

Certo conte Orazio Arrighi Landini, che in quel tempo scriveva e stampava poemetti sulle Stagioni dell'anno ed altre poesie, dedicando le operette sue indistintamente a soggetti da' quali sperava qualche sovvenimento. Egli passava in Venezia per buon poeta alla sprovveduta. Questo signore, niente censurabile sull'ottimo carattere e costume, era però infelice poeta.

Di Alessandro Arrighi L'aspetto sacro e la bellezza rara, eguale a cui non ebbe il mondo ancora; il folgorar de gli occhi ch'innamora il mondo tutto, e quasi sol lo schiara; il parlar saggio, onde la via s'impara di gir al chiaro e uscir dal fosco fora; e l'alto sangue, lo cui ammira e onora chiunque adorno è più di stirpe chiara;

Per un momento ella pensò agli inquilini della casa; gli Arrighi al primo piano, una famiglia di un conciapelli, che guadagnava sei lire al giorno: la signora Giovanna, alta, bruna, con un'aria da uomo e tre figlie che cucivano di bianco; la mamma aveva per amante un garzone da caffè, e la maggiore delle figlie era innamorata del calzolaio, che lavorava sempre alla finestra dirimpetto alla loro.

Tuttavia Corrado e i due Arrighi III e V ebbero forte volontá, coraggio e vasto ingegno; Arrigo IV, all'incontro, giunse d'una in altra stravaganza giovanile ad ogni sfrenatezza, all'ultima indifferenza tra mezzi buoni o cattivi. . Succedette anch'egli senza contrasto colá e qua.

La fanciulla ridivenne pensierosa: aveva temuto un rabbuffo e quella condiscendenza le dava adesso una nuova emozione. Vado, . Porta teco il lume, lo lascerai in fondo alle scale. No, quel signore non ha chiusa la porta perchè non ne ho udito il tonfo. Giù al primo piano gli Arrighi, che sono sempre desti, se ne saranno accorti.

Forse come sempre ebbi nimica la stella a i miei disir, così avien ora ch'io non goda e non sorti una tale brama. O pur ch'ad alma saggia e pudica parlar di me basso suggetto fora: come che sia il bel vostro a mi chiama. Di Benedetto Arrighi Voi che volgete il vostro alto disio a la chiara virtù, donde si coglie quelle onorate, sacre, sante spoglie, di che va altera e Calliope e Clio;

Date retta a me, soggiunse la signora Veronica: è un bel vecchio, parla bene. Lo sanno i casigliani che sono ammalata? . Anche stamane le Arrighi mi hanno fermata per chiedermi vostre notizie: siete simpatica a tutti. Siate sicura, nessuno ha ancora saputo nulla. Un sorriso pallido passò sulle labbra dell'inferma, poi fece un gesto alla mamma: Dammi il vestito nuovo.