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Era un ammiratore di Laura Uglio, donna che per la sua beffarda filosofia della vita, doveva singolarmente confarsi allo spirito di Gian Luigi; forse, egli ne era stato anche l'amante, perchè in un certo periodo, noi ci guardavamo con curiosit

L'ombra era il cappellano. Uscimmo storditi. Ci palpavamo la nuca e guardavamo il cielo come abbacinati. Erano bastati due giorni e mezzo per solcarci le guance e imbrutirci come gente che si levasse da una sbornia potentissima. Ci scambiammo su per giù gli stessi pensieri. Credetti di morire, sapete.

Ci guardavamo in silenzio pallidi tutt'e due; io vergognoso d'essere stato sorpreso all'atto di commettere una follia da un uomo che non consideravo più come amico intimo. Sei arrivato stamane? domandò Gian Luigi dopo un istante. , risposi. Non sapevi ch'era ammalata? , ripetei. Perchè sei partito? Dovevo.... Ha sofferto molto?

Bisogna sapere che, dietro di noi, avevamo sentito un rumore di passi frettolosi, ed un ohè! gridato in cadenza, ma colla voce di un baritono di buoni mezzi a cui manchi il fiato. Cinque minuti dopo ci stringevamo fra le braccia il baritono Tallini. La corsa gli dava l'ansia e l'affanno e gli toglieva la parola; lo guardavamo sbigottiti senza interrogarlo.

Talvolta, dall'alto delle colline, guardavamo l'Oceano gonfiare progressivamente il suo profilo mostruoso, come un'immensa balena che si spingesse innanzi su un milione di pinne. E fummo noi che lo guidammo così fino alla catena dell'Imalaia, aprendo, come un ventaglio, il formicolìo delle orde in fuga che volevamo schiacciare contro i fianchi del Gorisankar.

Ora, coperta dei nostri plaids, stava rannicchiata nel suo posto, silenziosa. Io e mio fratello di tratto in tratto ci guardavamo inquieti. Il cocchiere sferzava i cavalli. E il trotto serrato risonava forte su la strada che le siepi qua e l

Sbarcammo più morti che vivi. Ci guardavamo sulle pietre del porto come gente che non sapeva più in che mondo vivesse. Avevamo le occhiaie dei naufragati. Eravamo macilenti, con le facce bianche come quelle dei cadaveri buttati sulla spiaggia e andavamo via come poveracci che non sapevano più reggersi in piedi. Che viaggio, oh che viaggio! Me ne ricorderò per tutta la vita. Sar

LIMERNO. Séguiti a sua posta. FÚLICA. Confortativi disse quella voce o boni uomini, e non abbiate paura, ma siate di forte animo! Per la qual cosa noi tutti sbigottiti, dattorno vòlti, guardavamo se alcuno vi fusse che noi, senza esserne avveduti, ascosamente ascoltasse.

«Lasciai, la sera stessa, un biglietto dal portiere del conte, e il domani, alle sette, insieme col barone Narconi, passai da casa sua. Fummo introdotti in una sala di studio e il domestico passò ad annunziarci. Aspettammo, aspettammo: non veniva nessuno. Ci guardavamo l'un l'altro, non sapendo che cosa pensare. Ad un orologio vicino suonarono le sette e un quarto. E non veniva nessuno. È difficile farsi un'idea dell'imbarazzo in cui lo stranissimo caso ci metteva. Bisognava prendere una risoluzione mi avvicinai ad un bottone di campanello elettrico e suonai. Lo stesso domestico riapparve. «Avete annunziata la nostra visita?» «Immediatamente.» «Il signor conte è levato?» «Signor .» «Allora, ripassate a dirgli che non c'è tempo da perdere....» Dopo qualche minuto, la porta si schiuse, ed il conte apparve. Si avanzò, lentamente, e con un tono di cerimonia, come dinanzi a degli sconosciuti, ci disse: «In che cosa posso servirli?...» Non mi perdo in commenti da darvi un'idea della nostra stupefazione, più che stupefazione, cominciava ad essere sdegno. «Ma, scusi, iersera io le scrissi che lo scontro sarebbe avvenuto stamani alle 8!» «Ahfece egli, e pareva cascasse dalle nuvole! Aveva ancora gli stessi abiti della sera, era evidente che tutta la notte non si era svestito. «Tutto è pronto disse il barone e sono gi

Le brande lungo il dorso del camerone assunsero la forma di letti elastici, con dei materassi sprimacciati, sui quali si poteva adagiare il corpo affranto dai patimenti, con un guanciale soffice che pareva appena uscito dalle mani del materassaio. Guardavamo tutto con compiacenza.