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Un milione e ottocentomila lire: e dover anche ricorrere a un suicidio economico, a un suicidio poveretto, a quello degli straccioni, delle serve tradite, al fiume, al Tevere! mormorò ella, con un vago sorriso, come se parlasse a stessa. Egli levò i suoi occhi dolorosamente stupefatti, su lei. E Gwendaline comprese il senso di quella stupefazione.

Quanto più le immagini contengono rapporti vasti, tanto più a lungo esse conservano la loro forza di stupefazione. Bisogna dicono risparmiare la meraviglia del lettore. Eh! via! Curiamoci, piuttosto, della fatale corrosione del tempo, che distrugge non solo il valore espressivo di un capolavoro, ma anche la sua forza di stupefazione. Le nostre vecchie orecchie troppe volte entusiaste non hanno forse gi

Don Diego salutò pulitamente il barone ed uscì, lasciandolo immerso in una stupefazione profonda. Era il primo uomo che egli incontrava nel suo partito, dopo il colonnello Colini che ne era il capo. Don Diego si rese in seguito presso l'impiegato del ministero.

Nella chiesa la moltitudine agglomerata cantava quasi in coro, al suono delli stromenti, per intervalli misurati. Un calore intenso emanava dai corpi umani e dai ceri accesi. La testa d’argento di san Gonselvo scintillava dall’alto come un faro. L’Ummálido entrò. Fra la stupefazione di tutti, camminò sino all’altare.

Ella divenne quindi all'istante il centro della festa. Gli inviti alla danza s'incrociavano. Alberto Dehal, che era pur quivi, non osò neppure salutarla. Restò a contemplarla in uno stato di stupefazione estatica. Il dottore si tenne sotto l'arco di una porta e calcolava.

Con suprema stupefazione di Antoniella, la vispa governante di Don Domenico Taffa, questi, di ritorno dalla sua visita a Don Diego, invece di coricarsi a mezza notte e dormire come un priore, secondo il consueto, aveva passeggiato nell'appartamento fino alle due del mattino ed aveva passato una notte insonne molto agitata, scattando dei monosillabi diretti a tutti i mobili.

Ma l’animale ostinato si coricò a terra e posò la testa nella polvere, come per rimanere ivi lungo tempo. I plebei d’in torno, riavutisi dalla prima stupefazione, schiamazzavano gridando in coro:

Questo stato di transizione, questo periodo di acclimatazione novella, quella specie d'intirizzimento fisico e di stupefazione morale, durarono una settimana. Regina piangeva più spesso che non parlava. Ma quella settimana trascorsa, della zingarella non restava più che l'istinto.

«Lasciai, la sera stessa, un biglietto dal portiere del conte, e il domani, alle sette, insieme col barone Narconi, passai da casa sua. Fummo introdotti in una sala di studio e il domestico passò ad annunziarci. Aspettammo, aspettammo: non veniva nessuno. Ci guardavamo l'un l'altro, non sapendo che cosa pensare. Ad un orologio vicino suonarono le sette e un quarto. E non veniva nessuno. È difficile farsi un'idea dell'imbarazzo in cui lo stranissimo caso ci metteva. Bisognava prendere una risoluzione mi avvicinai ad un bottone di campanello elettrico e suonai. Lo stesso domestico riapparve. «Avete annunziata la nostra visita?» «Immediatamente.» «Il signor conte è levato?» «Signor .» «Allora, ripassate a dirgli che non c'è tempo da perdere....» Dopo qualche minuto, la porta si schiuse, ed il conte apparve. Si avanzò, lentamente, e con un tono di cerimonia, come dinanzi a degli sconosciuti, ci disse: «In che cosa posso servirli?...» Non mi perdo in commenti da darvi un'idea della nostra stupefazione, più che stupefazione, cominciava ad essere sdegno. «Ma, scusi, iersera io le scrissi che lo scontro sarebbe avvenuto stamani alle 8!» «Ahfece egli, e pareva cascasse dalle nuvole! Aveva ancora gli stessi abiti della sera, era evidente che tutta la notte non si era svestito. «Tutto è pronto disse il barone e sono gi

Il Farinaccio, dagli atti del sembiante argomentando la sua stupefazione, soggiunse: Comprendo bene che deve parervi singolare il mio consiglio, e non pertanto io mi chiamo parato a chiarirvi sopra tutti i vostri dubbi.