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Alle corte, perchè si viaggia, se non per vedere e studiare? E perchè si scrive di viaggi, se non per dar conto alle genti di ciò che s'è veduto e studiato? Qui sono troppe cose, non che da studiare intimamente, da vedere correndo. Ma poichè di talune ho avuto a dir corna, e forse mi rimarr

Stava assorta in que' cupi pensieri, quando vide entrare il vecchio Carlo. «Cara signorinale diss'egli, «non ho potuto prima d'ora occuparmi di voi. Vi porto frutti e vino, chè dovete averne bisogno. Vi ringrazio, Carlodiss'ella; «avete forse ricevuto quest'ordine dal signor Montoni? No signorarispose il vecchio; «sua eccellenza ha troppe occupazioni

Non divagare lo interruppe Diego Punzi. Ricordi? Troppe ragazze! Per ogni scapolo, non meno di tre in concorrenza. Tirati in qua, tirati in l

Io sarò sempre la tua Nicla; io ti ho aspettato sempre. Ma lo saprai tu solo.... E con voce tremante soggiunse: Lascia che ti chiami ancora Brunello, per l'ultima volta, amore mio, bambino caro.... Poi, d'un tratto, come trascinata da una follia, afferrò la testa di Bruno e l'avvicinò alle labbra: I tuoi occhi hanno visto troppe cose d'orrore, disse. Io ti farò dimenticare!

Orlando, poi ch'ella la bocca chiuse, le cui voglie al ben far mai non fur zoppe, in parole con lei non si diffuse; che di natura non usava troppe: ma le promise, e la sua le diede, che farìa più di quel ch'ella gli chiede.

Di tutti gli altri? È un dubbio collettivo, che riguarda tutta la specie, e nessun individuo; ma non è meno dubbio perciò. Che ci volete fare, temo che cadrei in disaccordo con mia moglie su troppe cose; e poi nella mia parte di osservatore ne vidi tante delle vicende, che ho preso paura. Ciò dipende dalla lente del vostro occhialino.

Siamo in diciotto donne; se non ha paura, venga pure! Mi coricai. Ricominciava l'impantanamento, ma questo allegrissimo. Nessuno poteva dormire. Troppe pulci. Chiamiamole pulci! Troppi aliti. Non tutti primaverili! E c'erano i buoni profumi della carne giovane, ma anche alcuni puzzi che mi pugnalavano le nari di tanto in tanto. Molta allegria e i rubinetti della chiacchiera veneta tutti aperti.

E da quanti altri, poi! Ventiquattr'anni son lunghi, per la storia di una donnina come quella. Vive essa, vive sua madre, vivono tutti coloro che sentono meno e non danno troppe molestie al cuore. Son morti invece, l'un dopo l'altro, i miei ospiti delle Vaie. Primo il vecchio signor Francesco; poi Fiordispina; ultimo Aminta, nello scorso anno, pochi mesi dopo la sua buona sorella.

Infatti, avendo la vecchia tentato un’altra volta di metterlo in guardia contro le troppe spese ed avendone egli tenuto discorso colla moglie, questa gli si era apertamente rivoltata; era stanca infine delle sorde persecuzioni di quella vipera, sapeva bene che suo studio era di guastarla col marito, perchè non aveva portato dote in casa, ma ormai glie le avrebbe dette sul muso le sue ragioni che non era una vita questa.

Le storielle erano il suo punto debole. Ne contava molte, ne contava troppe. Ne aveva una, fra le altre, che spacciava per uso e consumo de' suoi adoratori, i più ricalcitranti al regime negativo, e che pareva un romanzo del Montépin.