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Non l'hanno dimenticato, monsignore: ma forse appunto perchè troppo lo ricordano, vi si accomandano di non ridurli a disperazione. Ah! monsignor di Bovino, sogghignando sclama Gisulfo, e' ci minacciano dunque ancora, non è vero? ed il nostro grazioso cognato li spalleggia? Non è questo che siete venuto qui ad annunziarci, monsignore?

Infatti pareva che tutto si disponesse a rientrare nell'ordine.... o nel disordine normale, quando un improvviso fracasso proveniente dalla cucina venne ad annunziarci un nuovo avvenimento. Finita la commedia, incominciava la farsa.

Professori, senatori, marchesi, gazzettieri e voi tutti che, atteggiandovi a sussiego d'economisti, degnate annunziarci per via d'epistole laudatorie reciproche che v'occupate di salvare la societ

Al conte Gino era avvenuto più volte di dirne, e di graziosissimi; donde, per convenzione di discorso, il loro nome, trovato dalla fanciulla, di topolini bianchi. Ecco, signorina... rispose il giovanotto, volendo giustificarsi; il topolino bianco può ammettersi terzo fra noi, quando viene per annunziarci la verit

«Lasciai, la sera stessa, un biglietto dal portiere del conte, e il domani, alle sette, insieme col barone Narconi, passai da casa sua. Fummo introdotti in una sala di studio e il domestico passò ad annunziarci. Aspettammo, aspettammo: non veniva nessuno. Ci guardavamo l'un l'altro, non sapendo che cosa pensare. Ad un orologio vicino suonarono le sette e un quarto. E non veniva nessuno. È difficile farsi un'idea dell'imbarazzo in cui lo stranissimo caso ci metteva. Bisognava prendere una risoluzione mi avvicinai ad un bottone di campanello elettrico e suonai. Lo stesso domestico riapparve. «Avete annunziata la nostra visita?» «Immediatamente.» «Il signor conte è levato?» «Signor .» «Allora, ripassate a dirgli che non c'è tempo da perdere....» Dopo qualche minuto, la porta si schiuse, ed il conte apparve. Si avanzò, lentamente, e con un tono di cerimonia, come dinanzi a degli sconosciuti, ci disse: «In che cosa posso servirli?...» Non mi perdo in commenti da darvi un'idea della nostra stupefazione, più che stupefazione, cominciava ad essere sdegno. «Ma, scusi, iersera io le scrissi che lo scontro sarebbe avvenuto stamani alle 8!» «Ahfece egli, e pareva cascasse dalle nuvole! Aveva ancora gli stessi abiti della sera, era evidente che tutta la notte non si era svestito. «Tutto è pronto disse il barone e sono gi