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In questo intervallo, Don Diego arrivò a Roma. Il colonnello Colini, che era in comunicazione col marchese di Sora, aveva saputo da costui tutti i dettagli dell'impresa di Bambina. La non partecipazione di Don Diego nel tradimento era stata accertata, e forse si era saputo anche ciò che la libert

Una mezza dozzina di amici venivano ogni sera a pigliare il the con lady Keith ed a giuocare al wisth. Gl'immancabili erano, il colonnello Colini, il marchese di Tregle ed il barone di Sanza. Si parlava liberamente, intendo dire, senza paura di esser spiati. Del resto, le porte del boudoir erano chiuse e si parlava inglese o francese. Innanzi ai domestici si chiacchierava di teatri. Lady Keith riceveva i giornali inglesi, e la polizia napoletana soffriva questa enormit

Il marchese fece dividere la sua ammirazione a lady Keith ed al colonnello Colini, con i quali soli comunicava, perchè gli altri membri del comitato ignoravano che il ministro della polizia cospirasse con loro. Don Diego accolse freddamente l'ovazione che gli fecero uscendo di prigione. Egli aveva acquistato il diritto di disprezzare i suoi colleghi.

Don Diego salutò pulitamente il barone ed uscì, lasciandolo immerso in una stupefazione profonda. Era il primo uomo che egli incontrava nel suo partito, dopo il colonnello Colini che ne era il capo. Don Diego si rese in seguito presso l'impiegato del ministero.

Assisi sul divano, in fondo della stanza, il marchese di Sora ed il colonnello Colini s'intrattenevano, parlando a voce bassa, col marchese di Tregle in piedi innanzi a loro. Era la prima volta che il colonnello presentava il marchese di Sora al comitato, avendo ciò richiesto per sua giustifica. Il marchese vi aveva consentito.

Quando il marchese di Sora raccontò al colonnello Colini l'ammirabile contegno di Don Diego nei tormenti, l'ammirazione aveva ceduto il posto al dubbio ingiurioso, e Don Diego aveva raddoppiato quel sentimento di rispetto e di fede con la sua modestia, non menando parata di martirio, non esigendo riguardi di sorta, e non ambizionando altra parte che quella cui volevano assegnargli.

Il colonnello Colini, il marchese di Tregle, il barone di Sanza giunsero insieme come tutte le altre sere, nella carrozza del marchese.

La notte precedente, il colonnello Colini, il marchese di Tregle, il barone di Sanza e tre dei delegati delle Provincie erano stati arrestati. Essi lo sapevano.

Egli ruminava codesto, contemplando in S. Pietro la statua di Giove umiliata a rappresentare il principe degli apostoli. Il rumore di due grucce risuonando sulle lastre di marmo della chiesa gli fece volger la testa. Riconobbe il colonnello Colini, in compagnia di don Gabriele, l'ex-attore dei pupazzi e di un gesuita francese chiamato il P. Buzelin. Parlarono di arte, di religione, di politica.

Il barone Colini aveva altresì contezza del mandato di arresto che il ministro della polizia portava sempre, tutto all'ordine, nel suo portafogli. Egli die' quindi sesto alle sue carte, rientrando dalla villa di lady Keith. Il marchese di Tregle fece altrettanto. Gli altri presero eguali precauzioni. Tutti si coricarono ed aspettarono.