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Non fu possibile interrogare la marchesa Adriana, perchè era gravemente, pericolosamente ammalata, per la scossa subita nell'apprendere l'assassinio del marito. La sventurata donna non riconosceva più alcuno; divagava continuamente ed usciva da quella crisi di delirio così prostrata, che non si riusciva a farle pronunziare parola.

Ammalata di spirito? ripetè il Lascaris. Io ho conosciuto parecchie fanciulle, le quali inghiottivano il sale e bevevan l'aceto, nella ingenua speranza di morir consunte.... Sono le piccole follìe, cui poche normalissime si sottraggono; sono i perturbamenti dell'et

Decisamente Paolina era ammalata di gelosia e bisognava guarirla. Guarirla in qual modo? vi voleva una occasione non scongiurata per forza di volont

Che cosa resta nella sventura se manca il compianto di chi ha divisa la gioia?!... Nei giorni nefasti, quando la mia Giuseppina cadde ammalata per la dentizione e il morbillo, la desolazione aleggiava sulla casa, e la nostra vita sembrava sospesa.

Alle prime parole, udendo che la mamma era tanto ammalata, Agnese rimase istupidita, poi cominciò a tremare, a tremar tutta come se avesse avuta la febbre, e mentre la padrona finiva appena di parlare, mandò un grido acutissimo e cadde che parea morta, per terra. La Contessa, per , si spaventò parecchio e anche lei si diede a strillare, con quanto fiato aveva in corpo.

Il dottore aveva escluso in modo assoluto l'arteriosclerosi, il vizio valvolare, il diabete, l'appendicite, il verme solitario ed altri mali proposti dalla signora. Isterismo allora, come dice mio marito? Il dottore fece un nobile gesto per allontanare questa parola, «isterismo» ed anche «marito». Ma allora cos'è il male che io ho? Almeno sapere il male che io ho. Perchè io sono ammalata, vero?

Soltanto una volta, verso sera, mentre la Contessa era andata fuori, appunto per prendere le informazioni della nuova bambinaia, il conte Venceslao le capitò in camera, pauroso, titubante, e le nascose, in fretta, sotto le coperte, un arancio ch'egli avea preso a Rosalia. Ma raccomandò bene, quasi pregando la piccola ammalata, che lo ringraziava commossa, di non farsi vedere quando lo mangiava.

Ed erano uno strano spettacolo queste due donne, che uscivano, rientravano, facevano tutto insieme: quando la mamma era ammalata, siccome non avevano quattrini per chiamare i medici, che d'altronde sarebbero stati inutili, Tina si metteva al suo capezzale finchè non si fosse nuovamente alzata: mangiavano se lo potevano, ma essendo simpatiche, capitava loro sempre un qualche aiuto inatteso.

Ma la bambina non pareva più ammalata, e rideva vedendo sgocciolare il sangue nella tazza. Certo passò del tempo. Le gocce cadendo nella tazza ormai piena davano un altro suono, mentre la mammella vuota si allungava sempre più dolorosamente sulla rosa greve di sangue.

Nell'andarsene, ebbe una sorpresa. Giungendo alla stazione, vi trovò ad attenderlo un giovinotto bruno, magro, con due occhi assai vivi e profondi, il quale, qualificandosi per un addetto della tenuta d'Astianello, gli chiese semplicemente, ma in modo abbastanza categorico, se la Duchessa fosse ammalata molto, molto?...