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La cura di ciò spetta a Garibaldi, osservò il maggiore. Sapete ch'ei conosce il segreto di vincere coi pochissimi i molti, e d'espugnare fortezze senza uopo di cannoni; come avant'ieri Milazzo. Durante il colloquio, il cavaliero ed io ci guardavamo con curiosa indagine come chi fruga nella memoria un'idea smarrita, onde finalmente gli dissi: Mi pare di conoscervi. E a me voi.

Dopo la distribuzione del pane, la quale avveniva verso lo ore otto, sedeva e si metteva di schiena al lavoro di traduzione, divorando un esercizio dopo l'altro, senza magari dire una parola. E noi, fino a quando non si sapeva di che umore si era alzato, ci guardavamo bene dal buttargli l'amo della ciarla.

Noi dicevamo queste cose non pubblicamente, ma nei colloqui privati e nelle corrispondenze a uomini fidatissimi di quei primi. Ai secondi, agli amici che ci abbandonavano, guardavamo mestamente pensando: Voi ci tornerete, consumata la prova; ma Dio non voglia che riesca tale da sfrondarvi l'anima e la fede nei destini italiani! Dagli ultimi, dai faccendieri ci ritraevamo per non insozzarci.

No, no diss'ella sono troppo felice. Sedetti accanto a lei. Ci guardavamo in silenzio, e certo il mio viso esprimeva una segreta angustia, perchè Violet mi stese la mano e la sua fisonomia irrigidita mutò improvvisamente, si ricompose in un sorriso dolcissimo.

Senza quasi avvedercene, ci eravamo rizzati in piedi, e gli stavamo raggruppati intorno dinanzi al fuoco, che nessuno pensava più a ravvivare. A momenti ci guardavamo l'un l'altro sbalorditi e dubbiosi, sospettando che, portata al sommo grado la nostra curiosit

Mentre, il Gran Vizir parlava, i pittori ed io, seduti sulla soglia della porta, guardavamo di sott'occhio le schiave, le quali a poco a poco, incoraggiate dalla nostra aria di curiosit

Tu ti placavi a quando a quando, gran Mare insidioso, e nelle pause del silenzio sovrano noi guardavamo, pietrificati, la stella gialla della lanterna, che con alta e monotona voce parlava, allungando verso di noi la sua lingua fumosa di fetido olio friggente. E ci guardava intanto, la lanterna, come un gufo, strizzando il suo occhio di tenebroso augurio...

Io e Baccio attoniti, rattenendo il respiro, non battendo ciglio, lo guardavamo immobili e atterrati ugualmente; egli, semi-idiota e vecchio montanaro, ed io non montanaro, non semi-idiota e non vecchio, affratellati da due sentimenti di piet

Muti in ascolto sorseggiavamo la sera dolce fresca mordente come certe bevande arabe impreziosite e profumate di spezie e di fiori. Guardavamo le citt

Poche ore prima avevamo letto alcune pagine d'un libro dell'Humboldt. Guardavamo il cielo, e parlavamo del moto della terra, dei milioni dei mondi, dell'infinito, con quel tuono sommesso, quasi di voce lontana, che vien spontaneo quando si parla di tali cose, di notte, in un luogo silenzioso. A un certo punto tacemmo, e ciascuno si abbandonò, cogli occhi fissi nel cielo, alle sue fantasie.