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» E ritenete queste tre circostanze, riprese lo speziale; ritenete che allora il signor De Boni dimorava ancora a Zugliano col padre, e che la signorina era stata quattro mesi qui, e, come seppi dopo, non era ritornata in citt

La scatoletta entro cui suo marito aveva messo sotto i suoi occhi i quattro boni da lire cento ciascuno, vi era!... ma... vuota. Signore Iddio! quale dolore per la giovane sposa. Zaeli aveva portato il danaro con per darlo a Cecilia Rigotti! tutto lo dimostrava. È un orrore, è un'infamia, gridò Paolina prorompendo in singhiozzi. Sa che io sono gelosa, e mi pianta un pugnale nel cuore.

E pensare, soggiunse, che noi ci diamo tante brighe per la sicurezza di quel cialtrone del De Boni. È vero che non si tratta solo di lui: se mai, una lezione gli starebbe bene. Dio non voglia, sclamò don Luigi un po' sgomento. Non ha forse permesso il peccato? Però quel disgraziato di Bebbe potrebbe perdersi: e, v'assicuro che questo sarebbe il solo mio rincrescimento.

Affacciatasi al finestrino, si fece dar Il Corriere, lo aperse, guardò nelle inserzioni a pagamento. L'avviso in terza pagina, che da due giorni mancava, oggi c'era: Il dottore Ermete Boni, chirurgo ostetrico, riceve, ecc.

Aminta resta con noi, rispose don Luigi e soggiunse: anzi fatemi il piacere voi di avvertire il signor De Boni. Lo speziale non potè trattenere un atto di meraviglia: la sua ciera volpina si aguzzò alla più viva curiosit

Le donne De Boni erano citate per le loro gonne di seta e cotone, lusso che non si permettevano se non la moglie dell'Intendente e la sorella dell'Esattore. Quelle gonne invidiate avean valso anzi a far correre pel paese certe voci poco benevoli sulla rettitudine dei costumi di casa De Boni.

Il fiacre si fermò, il cocchiere saltò da cassetta. Piazza Beccaria? chiese macchinalmente la Teresa. Sissignora, numero cinque replicò il fiaccheraio. E l'aiutò a scendere. Aspetto qui? Ella fece un segno affermativo col capo ed entrò in un portone che aveva due grandi cariatidi ai lati. Passando per la portineria ella domandò: Il dottor Boni?

Io non ho simpatia per questi veleni s'era lasciato scappar di bocca il dottor Boni, non supponendo di che pensieri quella frase gittata a caso avrebbe deposto il germe nella sua ascoltatrice.

Ca bonu è, va, ca ti lassu ccu idda. Ah, chi dici, ca 'a facemu curcari cca?.... No.... chi bisognu c'è?.... Domani sugnu cca!... Vo' grapici. La zia Rachela e detti. Si, zia.... Ci raccumannu di tinirimi allegra, cca, a Annuzza!.... Non manca a vossia.... Vattinni, vattinni tranquillu.... Arrivederci, e boni affari; ca nuautri, cca.... nni sapemu sentiri, ccu me' niputi....

L'inserviente, come fido scudiere, pendeva dai cenni del suo padrone. Il signor De Boni battendo il piede con impazienza, gli disse imperioso: Orsù va a sollecitare que' poltroni. E il cursore a galoppare in cerca dei ritardatori. Il sindaco aspettava sempre.