Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !

Aggiornato: 23 giugno 2025


Roma, Marzo 1911. Se bene non si sappia precisamente la data in cui fu scritta la Tempesta, pure il Malone che è fra i più attendibili la fa risalire al 1612, dandole così il penultimo posto nella serie delle produzioni shekspiriane. Ma se bene il Chalmers e il Drake spostino di un anno questa data l'uno facendola risalire al 1611 e al 1613 l'altro è oramai certo che fu una delle ultime opere teatrali scritte da Guglielmo Shakespeare. Da dove abbia tolto l'idea di questa divina fantasia lirica, non si può stabilire con precisione. Il Warton cita un romanzo italiano Aurelio e Isabella che fu popolarissimo in Inghilterra verso il 1588 e nel quale per fino il personaggio principale di Aurelio o meglio Orelio, come apparve nella versione inglese, poteva aver suggerito la figura di Ariel. Ma quello che si può stabilire con precisione è da dove il poeta abbia tratto la parte descrittiva della sua commedia. In quello scorcio del secolo XVI si pubblicarono in Inghilterra molte relazioni di viaggi, che erano avidamente lette dal popolo. Fra questi il naufragio di Henry May alle Isole Bermude il Reporte of the laste voyage of Capiteine Frobisher la History of travayle of John Barbot e la True relation of the travailes of William Davies barber and surgeon. Questa è del 1614, ma probabilmente correva gi

Questo visconte, travolto dal vortice rivoluzionario, finisce per essere fucilato nell'ultima scena dai soldati di Hoche. Il visconte va alla morte celiando atticamente come i cavalieri del secolo XVI avi suoi e come i voluttuosi compagni di Petronio; le ultime sue parole sono un consiglio di toilette alla bella marchesa; poscia s'avvia tranquillamente al supplizio.

Egli diceva ad ogni pie' sospinto, come Luigi XVI disse una volta sola, in una circostanza solenne: «È legale, poichè io lo voglioIl sentimento della giustizia e del diritto gli mancava organicamente al par di quello del bello fisico e morale. Non comprendeva che l'utile.

XII del colonnello Marino Stamula reggimento n. XIII del colonnello Giacomo Sarotti reggimento n. XIV del colonnello Francesco Galli reggimento n. XV di Rovigo reggimento n. XVI di Treviso reggimento n. XVII di Padova reggimento n. XVIII di Verona .

Si grida, perdio, si strepita, quando si è il primo colpevole! e se vogliono fare il processo agli altri, si chiede la parte propria, si reclama il proprio posto al pericolo, si va in carcere, in galera, alle forche, ma con la fronte alta, fieri di non avere che una parola e di saperla mantenere! Capitolo XVI. Delizie coniugali.

Il secolo XVII, nel quale i Medici accordarono tante agevolazioni agli ebrei in Toscana, fu forse l'epoca più infelice per il Ghetto di Roma. Trovo in un libro romano del 1677 (Stato vero degli ebrei in Roma; Stamperia del Varese) la notizia che a quell'epoca il numero degli ebrei era di 4500, fra i quali si contavano 200 famiglie agiate. L'autore dice che nel secolo XVI il Ghetto pagava 4861 scudi annui di tributi, e che nel secolo XVII non ne pagava più che 3207. Sebbene quello scrittore sia grandemente ostile agli ebrei, non avrei argomento per tacciarlo di non esser veritiero. L'autore asserisce che ad onta delle incessanti lagnanze che gli ebrei andavano movendo di continuo, il Ghetto era ricco; e che, pagati tutti i tributi, risparmiava ogni quinquennio 19,470 scudi, e che possedeva un capitale di un milione di scudi. Non c'è dubbio che vi erano in quell'epoca ebrei ricchi a Roma, e che in mezzo ai manutengoli dei ladri, e ai negromanti del Ghetto, v'erano degli usurai che accumulavano interessi sopra interessi. Nessun papa riuscì mai a impedire questa piaga dell'usura nel Ghetto; i nobili indebitati proteggevano gli ebrei, e mentre il Ghetto era oggetto di disprezzo generale, il patrizio romano, il cardinale e talora il papa, accoglievano con complimenti nel loro palazzo, l'usuraio dal giallo berrettone. L'autore di quello scritto dice che gli ebrei avevano estorto coll'usura ai cristiani 235,000 scudi, e che non passava sera, in cui non entrassero per le porte del Ghetto nelle case degli ebrei almeno 800 scudi usciti dalle tasche dei cristiani. Quel popolo astuto sapeva far danari con qualsiasi mezzo; e l'usura degli ebrei dava alimento all'odio dei cristiani per essi. Giovanni di Capistrano aveva una volta fatto offerta di una flotta ad Eugenio IV per trasportare gli ebrei di Roma di l

IX. La concorrenza dei mercanti inglesi, francesi e fiamminghi, ammessi nei porti della Turchia sul finire del secolo XVI . Concorrenza formidabile, perocchè essi erano favoriti dai Turchi con esenzioni di dazii; portavano in Asia maggior quantit

La forma dei caratteri di questa iscrizione appare moderna: è forse del secolo XVI, ma lo spirito e l'espressione appartengono certo al tempo in cui la cattedrale fu innalzata.

Poi si rivolse, e parve di coloro che corrono a Verona il drappo verde per la campagna; e parve di costoro quelli che vince, non colui che perde. Inferno: Canto XVI Gia` era in loco onde s'udia 'l rimbombo de l'acqua che cadea ne l'altro giro, simile a quel che l'arnie fanno rombo, quando tre ombre insieme si partiro, correndo, d'una torma che passava sotto la pioggia de l'aspro martiro.

Mentre fino al secolo xvi gli Orsini e i Colonna furono i padroni veri e propri della Campagna romana, dopo il XVI secolo subentrarono in questo dominio le più recenti famiglie, i Borghese e i Barberini, portate su da papi nepotisti. Essi acquistarono le più belle propriet

Parola Del Giorno

caracteribus

Altri Alla Ricerca