Vietnam or Thailand ? Vote for the TOP Country of the Week !
Aggiornato: 5 giugno 2025
Durante le mie prime visite, aveva conosciuto in quella famiglia un cugino di Silvia, certo Davide, giovine maturo e positivo che era giunto da poco a Milano, e che era stato un tempo interessato negli affari commerciali di quella casa. Pericoloso come tutti i cugini non so se parimenti fortunato non m'era stato difficile accorgermi che egli amoreggiava la fanciulla.
Così nella bellissima scena che chiude il capitolo V. all'inatteso ritorno di Paolo in casa di Silvia; così nella scena del capitolo seguente, in cui avviene la rottura con Silvia e la partenza di lei; così in quella che avrebbe potuto riuscire una scena magistrale, quando Paolo e Silvia si rivedono, dopo molto tempo a Nizza.
Silvia dormiva di un sonno affannoso ed irregolare, coi lineamenti contratti, col viso diminuito, quasi divorato dalla lotta combattuta; balbettava ancora qualche frase del suo delirio. Troppo tardi era venuta la vita, troppo tardi ella era stata madre il suo organismo gi
Sibbene in quell'anima trasparente, quadrata, vuota di ogni altro affetto, viveva l'unico ed arido sentimento del dovere. Era dovere per lei alzarsi presto la mattina, dirigere le serve che impastavano ed infornavano il pane, dare gli ordini pel pranzo, aprire e chiudere gli armadi; poi invigilare che i letti fossero rifatti, e bene rimboccate le lenzuola, che non rimanesse polvere sui mobili, che fossero battuti e scossi i tappeti. Il sabato ci era da sorvegliare la grande e complicata faccenda del bucato, seguita da quella ancora più importante dall'insaldare: si dovevano distribuire ai poveri le elemosine consistenti in danaro, panni, medicine e commestibili. Alla fine di ogni stagione conveniva fare le conserve dei frutti, rifornire le provvigioni esaurite, discorrere coi coloni, scrivere a quelli che non si erano presentati: alla fine dell'anno fare il bilancio, paragonarlo con quelli precedenti, dare i conti al padre, parlandogli cogli occhi bassi, a voce sommessa, di cifre, di affari, di nuove economie; riceverne in cambio, come unico e venale segno di soddisfazione un titolo di rendita di dieci lire e deporre sulla fredda mano di lui un bacio gelato per ringraziamento. A Pasqua ed a Natale, Silvia doveva scrivere ai parenti lontani quelle sciocche ed inutili lettere di felicitazioni, sempre con le stesse frasi; al principio dell'inverno e dell'estate scriveva ad una sarta della capitale, perchè le mandasse un abito ed un cappello, lasciando a lei la scelta del taglio e del colore; l'abito arrivava ed era chiuso nell'armadio, per uscirne solo la domenica, quando Silvia andava alla messa, la seconda messa, ascoltata in chiesa solo da poche devote. Essa leggeva nel suo libro le parole di preghiera che non trovavano alcuna eco nell'anima; la messa finiva, un grande segno di croce, ed a casa un'altra volta. Erano questi i suoi doveri; essa non trovava gusto nè noia in alcuno di essi: la carit
Silvia cominciò a singhiozzare, e così Aurelia, che non potè trattenersi dal farle riscontro. Clelia si sentì un brivido nelle ossa, ed impallidì alla minaccia di ucciderle il genitore; Giulia sola colla impavida freddezza caratteristica della sua nazione, essendo gi
L'attrice resta interdetta. Martino s'accorge della papera, e cerca di correggere. Scusate, dice, non mi sono espresso bene. Vorrei sapere quant'anni avevate, alla nascita di vostra madre. Silvia, più trasognata che mai, balbetta: Eccellenza! ero tanto piccina che non me ne ricordo più. Nello scambio delle parole, poveraccio, era terribile.
Clelia sarebbe stata felicissima d'avere seco il suo Attilio, anche a patto di star tutta la vita nella foresta; Silvia, la buona Silvia talora sospirava incerta del destino del suo Manlio, e John? Oh! John poi era l'essere più felice di questa terra.
Anche Silvia non era amica dei preti. Municipio lì non ve ne era, né altra autorit
La ringraziai, e l'assicurai che vi sarei venuto. Passai tutto il rimanente di quella sera agitato da pensieri strani e tumultuosi, diviso tra la simpatia irresistibile che mi inspirava il fidanzato di Silvia, e la ripugnanza che faceva nascere in me l'idea di quella missione fatale che pareva esercitare. Giacchè non v'era più dubbio; quel giovine sì bello, sì dolce, sì attraente spargeva d'intorno a sè la desolazione e la sventura, lasciava delle traccie spaventose sulla sua via. Tutti gli esseri che egli prediligeva soccombevano a questa influenza; il fanciullo delle maschere, la signora del teatro, Silvia, quella stessa Silvia gi
Lo stupore dei viaggiatori si accrebbe ancora quando il brigante uscito dalla sua posizione contemplativa, si avanzò graziosamente verso Silvia, le prese la mano, gliela baciò commosso, lasciandovi cadere sopra una lagrima. "Voi non mi riconoscete, Madonna? egli le disse. Guardate un poco questo mio occhio sinistro che per cura vostra gentile e materna non mi costò la vita!". "Orazio!
Parola Del Giorno
Altri Alla Ricerca