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Aggiornato: 5 giugno 2025


No! provo un'afflizione, l'unica, quella di aver forse accelerata la morte del mio vecchio ed amoroso genitore". Qui una lacrima rigava la guancia bellissima della regina della foresta. Silvia, quantunque stanca, non aveva potuto a meno di prestare attenzione all'interessante istoria dell'amabile ospite, Clelia non ne aveva perduta una parola.

Allora nell'anima crescente di Silvia s'impresse la tinta oscura ed eguale dell'ambiente in cui viveva; tutti i sentimenti freschi e giovanili si spensero sul nascere; i suoi nervi furono ammolliti, dominati, vinti; nel suo corpo, nel suo viso vi fu qualche cosa di troppo vecchio, di troppo saggio.

E continuò senza aspettare la mia risposta: un giovine a dovere, sapete, un giovine ricco come il mare; se vedeste i regali che ha fatto alla Silvia!... E poi, di che famiglia! Baroni, e dei più illustri di Boemia. Egli ha dovuto emigrare per affari di politica, credo che volesse far annettere la Boemia al granducato di Sassonia, figuratevi!

È un'enimma che io, alcuno di coloro a cui ho raccontato questa storia ha potuto mai decifrare. Del resto Silvia guarì fosse caso, fosse natura del male, guarì; benchè le piaghe del suo cuore non si sieno mai rimarginate. La sua famiglia ha venduto quella casa grigia e ammuffita che abitava qui, e si è domiciliata in un piccolo villaggio della Brianza.

Affettuoso uomo fu Andrea Barbazza: tanto vero, che per il bene che egli volle alla sua nuora impudica, Settimia Mandoni, le male lingue asserirono ottenesse il senatorato ed altri uffici mercè i favori di lei³⁴ tanto vero, che a sessantasei anni s’accese di Silvia Boccaferri, la quale egli, rimasto vedovo quasi vent’anni di Bianca Bentivogli, sposò in Santo Stefano il 30 maggio del 1648.

Presso il letto della inferma vegliava solo il vecchio padre: quando il medico gli aveva detto che Silvia era perduta e con lei il bambino, il suo egoismo aveva ricevuto un colpo formidabile, qualche cosa di aspro gli ricercò il cuore ed era il rimorso.

"Signora! disse Orazio con una voce che fe' rimescolare ancor più la nostra buona Silvia tanto essa era dolce e filiale Signora! il giorno non deve trovarci in queste macerie e subito che vi sia tanta luce da poter mettere il piede sicuro sul sentiero della foresta noi dobbiamo internarci allontanandoci dalla sede dei nostri nemici". "E Manlio, Aurelia, e Giulia?" disse la donna volta dolorosamente col pensiero a quei cari.

¹ Potè a l'alte patrizie, Come alla plebe oscura, Giocoso dar solletico La soffrente natura. PARINI, Ode a Silvia. ² Quæris quo jaceas post obitum loco? Quo non nata jacent. SENECA, Troas, char., A. 2.

Essi camminavano silenziosi, ciascuno sotto la grave soma de' suoi pensieri. Manlio contento d'esser libero, comunque fosse, (poiché è preferibile essere morti al trovarsi nelle prigioni dei preti sotto l'imputazione di delitto politico), volava col pensiero verso la sua Silvia e la sua Clelia che erano l'Eden della sua esistenza. Silvio, il quale aveva proposto la casa di Marcello come primo ricovero per Manlio, pensava alla necessit

Quella del poema di Guarini, che era stata la sorgente del suo primo successo a Venezia. Ella si godeva di ripeterne le scene gentili: di fingersi Silvia e chiamare Aminta il suo compagno.

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