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Aggiornato: 20 ottobre 2025
Io aspetto che l'arciprete ripeta ciò in mia presenza, e che egli indichi dove, quando, in quale circostanza, in presenza di chi avrei io eruttato simili parole. Ah! signor commissario, mi credete dunque sì goffo, sì idiota, che avendo codeste idee e sì poderosi secreti, io me ne issi a prendere per confidente il più abbietto dei miei nemici? Voi siete scaltro in effetto.
Prospero Anatolio si era messo a fare in quel tempo frequentissime gite a Santo Fiore, e invece di farsi condurre colla carrozza direttamente al Palazzo, smontava prima alla canonica, in cerca di don Gregorio, e tutt'e due passavano ore e ore in secreti colloqui. Il piano del duca era altrettanto semplice, quanto pratico: confessione intera dei propri torti rispetto alla moglie, e delle proprie colpe rispetto a Dio, scusandosene in parte e accusando a sua volta la severit
ESSANDRO. Or la fede che ho avuta in te, di averti scoverto quei secreti che fin qui non ho confidato con niuno, ti obliga ad essermi fedele; ché conseguito il matrimonio, farò che le leggi della nobiltá abbino quella forza in me che aver denno.
TRASILOGO. Vorresti avisar Sennia di questa trama e scoprire i secreti d'Olimpia. SQUADRA. I secreti d'Olimpia l'ará scoperti Lampridio. TRASILOGO. Tu burli. SQUADRA. E voi non mi lasciate parlare. TRASILOGO. Pòi. SQUADRA.... a questo colpo useremo questo rimedio.
T. Veramente si perche si vede in vn minimo semplice esser tanta virtù, che è cosa mirabile: pensate poi quando il Sole è in sua essaltatione quel che può fare. C. Non c'è ingegno ch'aggiunga si gran secreti che sono infusi in tutte le cose della natura.
Se noi vorremo por giú gli animi e con ragion riguardare, io mi credo che assai leggiermente potremo vedere gli antichi poeti avere imitate, tanto quanto a lo 'ngegno umano è possibile, le vestigie dello Spirito santo; il quale, sí come noi nella divina Scrittura veggiamo, per la bocca di molti, i suoi altissimi secreti revelò a' futuri, facendo loro sotto velame parlare ciò che a debito tempo per opera, senza alcuno velo, intendeva di dimostrare.
Dormiva?... Pensava?... Dentro la fronte, più angusta per i riccioli tenaci, chiudeva o credeva chiudere il secreto della fine prossima della sorella, con altri secreti d'amore, con altre secrete intenzioni di volutt
EUFRANONE. Egli istesso; né ha voluto partirsi da me se non gli la prometteva. POLISENA. Quando egli la vidde mai? EUFRANONE. Quel giorno che fu la festa in Palazzo. POLISENA. O somma bontá di Dio, quanto sei grande! e quanto sono secreti i termini per i quali camini, quando ti piace favorir i tuoi devoti!
O bell'arte de' carmi! Onde l'amore, Il dolcissimo amor, che sin dagli anni D'adolescenza io ti portava, e afflitto Da lunghi disinganni anco ti porto? Non per la melodìa, misterïosa Sol de' söavi accenti, e non per l'aura. Degli applausi sonanti entro le sale De' colti ingegni, e non per la più cara. Delle lodi, la lagrima e il sorriso Delle donne gentili. Innamorato, O bell'arte de' carmi, hai la mia mente Colle nobili istorie. Il tuo incantesmo È per me la parola alta e pittrice De' secreti dell'anima, ed un misto Di semplice e di grande e di pietoso, Che nessun'altra bella arte con tanta Efficacia produce. A te ne' voli, Cui fantasìa ti trae, tutte concede Sue grazie il vero; e tu, se Poesia Inclita sei, quella ond'amante io vivo, Tutte del ver serbi le grazie, e ornarle Sai di delicatissimo splendore Che non punto le offende e non le muta, E pur le fa per molti occhi più dive, Più affascinanti l'intelletto. Incede Senza carmi e con leggi altre men gravi Più scioltamente un narrator, siccome Senza cinto la vergine; ma il cinto Converte la vaghezza in eleganza. Suoni sull'arpa mia, suoni la lode Delle forti sull'uom dolci potenze, Onde il femmineo cor va glorïoso; E mia cantica dica oggi le pompe Del Parlamento di Verona, e quale D'un magnanimo vate era il periglio, E più il periglio d'un illustre oppresso Se vergin trovadrice alla crucciata Alma d'un generoso imperadore Pacificanti melodìe opportune Dal mite e saggio cor non effondea. Quando Italia ordinar, lacera in mille Avversanti poteri, ebbe promesso. Il rege Ottone, e di Verona al circo Chiamò l'alta adunanza, ove concorse; Ogni baron d'elmo o di mitra ornato, Ch'oltre o di qua dell'alpi avesse nome, Immensa moltitudin coronava Sull'anfiteatrale ampia scalea La vasta piazza, in mezzo a cui d'Augusto La maest
Per la qual cosa, accioché questo non seguiti, non so qual altra cosa noi possiamo con piú certa ragion dire che sia piú cara, piú da gradire e meglio da riporre e da guardare, che sono gli alti effetti della natura e i secreti misteri e i sublimi della divinitá.
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