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Salvo la forma a festoni tradizionale, questo periodo del mio Mafarka il futurista è un esempio di una simile fitta rete di immagini: «Tutta l'acre dolcezza della gioventù scomparsa gli saliva su per la gola, come dai cortili delle scuole salgono le grida allegre dei fanciulli verso i maestri affacciati al parapetto delle terrazze da cui si vedono fuggire i bastimenti....».

Rileviamo qui il fatto che la cresta della Stella si trova sul lato nord delle Alpi Marittime, quindi essa non ha più alcun rapporto col clima mediterraneo; inoltre è degna di nota (sebbene fortuita) la sua vicinanza alla più alta montagna delle Alpi Marittime, di cui non è che un contrafforte. Non è però difficile spiegare la straordinaria estensione in altitudine degli alberi sopra il vallone Lourousa: i fianchi della Stella formano un dorso diretto a nord-ovest, dai fianchi ripidi, ma non troppo precipitosi per impedire lo sviluppo di un bosco, e sempre più dolci man mano che si scende; vi mancano i burroni sassosi, le frane ed i canali di valanghe; i monti a settentrione ritengono i venti del nord, e densi vapori caldi salgono, quasi ogni sera, dalle sorgenti solforose verso oriente. Più importante ancora è il fatto, che il bosco della Stella è molto distante dall'abitato di Valdieri e poche decine di anni fa era accessibile con difficolt

Discorriamo d'Oropa. O meglio ancora, avviamoci. È una delle più belle passeggiate, per la strada pittoresca, e perchè la meta, celata nel seno del monte, invoglia a continuare sempre il cammino per iscoprirla. Prima del 1620 non era il caso di dire avviamoci. Oh no! bisognava baciare i cari e la soglia della casa, poi mettersi al pellegrinaggio, per selve, per frane, per stagni, per ciglioni di precipizi. Che parolacce le sono queste? Oggidì, grazie all'abate Bertodani, si passeggia su una strada larga, liscia, ombreggiata, ad ogni tanto facendo sosta al parapetto per contemplare o una cappella, o giù la vallea col mugghiante Oropa, o la vetta su del Mucrone, oppure per cogliere una margheritina e per interrogarla. Purchè si eviti il sabbato, giorno in cui i valligiani salgono a vere processioni, e l'ora in cui passano gli omnibus fragorosi. E va, e va: il santuario si scopre solo all'ultima voltata della strada: apparisce un aggregato immenso e basso di fabbriche diverse, tutto bigio, con una cancellata a lance d'oro, sullo sfondo di un monte arsiccio. Tutti quelli che lo descrissero usarono le cifre, dicendo le misure, la fondazione, gli ampliamenti, e via: io vorrei adoperare la matita, ma non so proprio da dove incominciare, so metter giù le linee da ingegnere o da prospettico. Pazienza! chiudo l'albo e m'abbandono alle impressioni. Il primo cortile ha l'aria animata di un luogo di fiera: la piazza, da cui vedesi il piano del Vercellese e del Novarese, la scalea barocca piena di gente oziosa e sdraiata, la fronte dell'edificio reale colle statue dipinte e gli stemmi d'oro, i porticati dorici, tutto mi piace e mi ricorda qualche cosa di Genova: il secondo cortile colla fontana, la chiesa e i pratelli mi d

Udite; notò sorridendo il Giuliani; non è più tempo; salgono le scale. È vero! Vedete? per colpa vostra! Oh, ma io non farò aprire. Brava! per riceverlo liberamente e tranquillamente domani, il vostro Alfredo da trivio. Povero Marcello, vedi come gi

I cespugli delle macchie, sui monti dietro a Nizza, non salgono oltre 700 od 800 m.; fra gli alberi forestali, il Pinus pinaster sul Monte Cima tocca 875 m., e nella sua forma più piccola e più resistente al freddo circa i 1050 m. a nord di Grasse, mentre ivi il lauro ed il rosmarino rimontano fino a 600; le querce sempre verdi col ginepro ossicedro e l'ulivo sino a circa 750, il pino d'Aleppo sino a 800 m.

Si chiama impropriamente anfiteatro una certa escrescenza che fanno i teatri di qui, all'altezza della prima fila dei palchi; specie di mezza luna che si avanza, come una platea sulla platea, ma senza coprirla tutta; che è larga e piena nel mezzo, e si assottiglia a mano a mano sui lati, fino a non dar luogo che per un posto solo. È fatta a scaglioni co' suoi sedili e i suoi cunei, fra mezzo ai quali salgono le gradinate di passaggio, come nei teatri e negli anfiteatri romani; donde il nome che ho detto. Ora, badate a me. I sedili, in questa mezza luna, come nelle altre spartizioni del teatro, son tutti numerati; ma i posti numerati non si sono venduti al bureau de location, bensì negli uffici di rivendita, e a prezzi naturalmente esagerati. Il posto che avete preso, con molto sforzo, al bureau de location, vi d

Perchè non portate tutti quei cerchiolini di oro, di argento, di platino, quei braccialettini che tintinnano, salgono e scendono, continuamente, quando la donna si muove? Sono carini, è vero? Ella lo fissò, trasognata, come se non avesse udito che l'armonia della sua voce, senza intendere il senso delle parole. Sono carini.... egli ripetè ve li donerò io, se li volete da me; mi piacciono tanto.

Le quali sonno tucte spine che pongono l'anima che disordinatamente l'ama e possiede. Perché Io ti dixi che neuno poteva andare per lo ponte escire del fiume che non salisse i tre scaloni, e cosí è la veritá: che salgono chi imperfectamente e chi perfectamente e chi con grande perfeczione. Costoro e' quali sonno mossi dal timore servile hanno salito e congregatisi insieme imperfectamente.

La vigilia della festa, le comitive dei pellegrini diventano più numerose; a poco, a poco non si ode più che il canto melanconico delle processioni che man mano arrivano in paese e che si recano per le anguste vie alla chiesa. Giunti alla loro meta tutti sembrano aver dimenticato ogni stanchezza, l'esaltazione ed il fervore religioso anima i loro volti, si prosternano davanti alla chiesa, con le mani giunte intorno al bastone e col loro fardello ancora in testa, e ad alta voce cominciano a cantare le litanie; poi si rialzano gridando a squarciagola «Grazie, Maria!» e salgono con i ginocchi la gradinata. Qua e l

Una sala di disegno del modello offre uno spettacolo veramente nuovo e singolare; non l'avevo veduta mai nemmeno dipinta, e il vederla in natura, mi persuase che potrebbe dare argomento ad un bel quadro di genere. In una squallida sala il modello, sia uomo che donna, sta immobile come una statua, su di una specie di piedistallo. Intorno a lui seggono i disegnatori disposti ad anfiteatro, e talvolta salgono ad un centinaio, appartenenti a tutte le nazionalit