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Aggiornato: 19 maggio 2025


Verso le tre si addensarono neri nuvoloni nelle vallate circostanti e in pochi minuti fummo raggiunti da una pioggia torrenziale: non una capanna, non un albero, non una roccia che ne potesse riparare: fu forza prendercela con disinvoltura e lasciarla penetrare fin nel midollo delle ossa, mentre ce ne tornavamo al villaggio, dove collo scolo delle vicine alture si forma presso la capanna un torrente che minaccia di portarla al mare, e quindi noi con essa: anche questa poco a poco si allaga: dal tetto cominciano a filtrare alcune goccie che diventano poi altrettanti rigagnoli: sull'angareb è una vera cascata continua e non si può scendere per smuoverlo, chè al suolo c'è acqua da andarvi in barca, per cui si passa la notte in un vero bagno, ridendo dell'avventura e confidando nel sole dell'indomani, che infatti non mancò.

La crosta del nevato rassodandosi mandò mille piccoli scricchiolii secchi come scatti di molla, tutte le note allegre dell’acqua tacquero, tutti i rigagnoli stagnarono, la neve mutò la sua mollezza umida in durezza cristallina, e l’aria diventò fredda, tagliente, acerba come un nemico.

Per arrivare al castello, lungo un’ultima salita bisognò sgombrare frattanto, possibilmente, dei maggiori ingombri la via, e financo, dov’occorresse, portar terra su i rigagnoli ghiacciati che spesse volte la traversavano. Non però che i piedi ai cavalli non scivolassero; tantochè sulle prime qualcuno, mal sorreggendosi, rotolò giù per un balzo, e trasse seco il suo cavaliere. Tutti allora discesi per sicurezza, li avresti veduti, su, su, trarsi a mano e a fatica il proprio cavallo. Quel di Selvaggia fu fatto sorreggere da due robusti palafrenieri, mentre altri procedendo, provvedevano ai passaggi di qualche rischio. Gli arcieri più destri condotti da una guida eran gi

Il Presidente. La seduta è tolta! Io. Spazzini! Vagabondi che frugate nei rigagnoli, contando e ricontando gli stracci, gli affissi lacerati e le scorie di piombo di zinco, di lana, di cotone e di rame, arruffio multicolore di sforzi verso la morte...

Di politica nessuno fiatava. Le contrade erano illuminate da lampade ad olio, e i riverberi delle fiamme acciecavano affatto il passeggiero. I Milanesi menavano gran vanto della loro pulitezza e i marciapiedi, frattanto, erano attraversati da rigagnoli che non sentivano di muschio. La cattedrale, ammirata dagli stranieri, serviva da pisciatoio ai più civilizzati, i quali, per maggior vilipendio dell'edificio, erano in buon numero. La citt

Dalla stalla dell’Ospizio due furono levate morte sformate e parecchie ferite, e l’indomani, partendo, i negozianti piangevano come fanciulli, mentre il sole improvvisava rigagnoli nella neve e nel cielo purissimo scintillava la vetta del Monte Bianco. Quello che dicevo or ora dell’eco mi richiama in mente un altro prete montanaro.

Camminavamo sopra un terreno ondulato a grandi curve, in una campagna verde e solitaria. La strada, se si può chiamar strada, era formata da un gran numero di sentieri paralleli, in alcuni punti incrociati, serpeggianti in mezzo a cespugli e pietroni, infossati come letti di rigagnoli. Qualche palma e qualche aloè disegnava le sue forme nere sull'orizzonte dorato. Il cielo cominciava a coprirsi di stelle. Non si vedeva nessuno vicino lontano. A un certo punto, sentimmo alcune fucilate. Era un gruppo d'arabi che dalla sommit

La ferita appena rimarginata si era aperta da capo; d'onde il sangue a rigagnoli, lo svenimento, una febbre da cani, il dottore Mattei con le mani nei capelli.... e tante altre novelle di questa fatta. Ma chi le ha spacciate, queste frottole? chiese Aloise, che non poteva tenersi dalle risa.

La fanciulla era corsa all'unico balcone, che lasciava entrare una pallida luce nella stanza: al basso, vide muraglie d'antico recinto, giardini abbandonati, grandi alberi da cui si staccavano, portate dal vento, le foglie ingiallite; vide, a qualche distanza, un gruppo di povere case, e fuggir da que' tetti qualche striscia di fumo biancastro; e campi all'ingiro e praterie attraversate da rigagnoli, divise da lunghissime file di salici e di pioppi sfrondati; e di lontano, sopra un cielo cenerognolo, uniforme, disegnarsi le bianche guglie del Duomo.

Aveva la più cattiva tappa dello stradale, tutta sali e scendi, e gomiti e cune di rigagnoli, scarnata come un greto, chiusa qua e l

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