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Aggiornato: 1 giugno 2025
LAMPRIDIO. Eccovi, madre, il bello sposo. TEODOSIO. O Sennia moglie cara, giá giá vi riconosco alle fattezze se di te non mente il vivo ritratto che n'ho sempre portato nel core; giá ti conosco alla sola vista. SENNIA. Questo altro giovane chi è? TEODOSIO. Eugenio vostro e mio figliuolo, che insieme con me fu rapito da' turchi.
1 Gravi pene in amor si provan molte, di che patito io n'ho la maggior parte, e quelle in danno mio sì ben raccolte, ch'io ne posso parlar come per arte. Però s'io dico e s'ho detto altre volte, e quando in voce e quando in vive carte, ch'un mal sia lieve, un altro acerbo e fiero, date credenza al mio giudicio vero.
ALESSANDRO. Allor ricevo fastidio e noia, quando non mi vien comandato da voi cosa alcuna, ch'è mio debito servirvi; venghiamo al tronco. PIRINO. Non so se sapete la mia disgrazia, che Mangone ruffiano ha venduto al dottore la mia Melitea. ALESSANDRO. Non n'ho inteso cosa alcuna, ché se n'avessi saputo un cenno non averei aspettato che me l'avessi domandato.
Giudico ben ch'ella sapesse fare, o fosse nata sotto alcuna stella da far i maschi tutti sospirare. Forse la bizzarria della donzella, le stravaganze e fierezze eran strali, ch'io n'ho veduti mille esempi tali.
ORGILLA. Possi morire, se tu vedesti mai camicia a donna. Bufalo, e 'n questo mondo a che sei buono? Va', sta pur con le capre. EPARO. Vagghi ti; ché non sei buona se non da sbelare e non sai che ti voglia. ORGILLA. Guarda razza di matto scempio! Vorrei venir teco ad esser tua mogliera a casa tua. Te ne contenti? EPARO. N'ho d'avanzo n'una é.
Oh, ce ne abbiamo del buono, grazie al cielo, quantunque le annate siano scarse. E non fo per dire, ma ce n'ho un barlozzo di quel bianco, che è passante come l'acqua, e a berne un dito, prima di desinare, fa venir l'appetito. Mariangela! Mariangela! Fatevi innanzi! Vengo, vengo; rispose una voce di dentro.
«Oh smettetela un poco anche voi! interruppe la signora Maddalena, con un impeto di collera non più provato da chi sa quanti anni: questa sera n'ho gi
Una piccola, piccola particella te n'ho narrato e mostrato a l'occhio de l'intellecto tuo: ed è sí piccola per rispecto di quel che ella è, cioè della pena che riceve l'uno e del bene che riceve l'altro, che è quasi non cavelle.
53 Io te n'ho dato volentieri aviso; non ch'io mi creda che debbia giovarte: pur meglio fia che non vadi improviso, e de' costumi suoi tu sappia parte; che forse, come è differente il viso, è differente ancor l'ingegno e l'arte. Tu saprai forse riparare al danno, quel che saputo mill'altri non hanno.
ARTEMONA. Guarda sgarbato! PILASTRINO. Oh! Mi vien la gran voglia, se sapessi... ARTEMONA. E di che? PILASTRINO. ... di sederti in su la faccia senza le brache. Gli è pur fatto a posta quel tuo nasin per farmi un argomento. Deh! vien, ti priego; ch'è piú d'otto giorni che n'ho bisogno. ARTEMONA. Io t'ho per iscusato, ché sei ubbriaco; ché t'avrei fino ora cavato gli occhi.
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