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Aggiornato: 1 giugno 2025
Signor duca, bene arrivato. Di che si parlava? Ah sì, Ella capita proprio a tempo, signor cavaliere, disse il duca, ridendo. Ce n'ho una che vale un Perù. Ella ha nella sua giurisdizione una meraviglia, ed io non ne sapevo ancor nulla.
In una delle sue corse alla ventura, mentre costeggiava il Po, ascoltò di sotto un macchione uscire un fischio come d'uomo che chiami: s'accosta: era un barchettajuolo, il quale sommessamente gli chiese: Vuol forse passare, signor cavaliere? Perchè cotesta domanda? Oh la si lasci servire. Conosco ai panni ch'ell'è un milanese. Se n'ho passati queste settimane!»
Che due giornatacce! Sono stato di pessimo umore, e n'ho avuto le mie buone ragioni. Io, gi
Egli, allora ridendo, così prese ad ammonirla: Tecla, Tecla, donna di poca fede, perchè avete voi dubitato? Vedete, ce n'ho altri nove, di questi confetti; erano dieci, come i comandamenti di Dio. Lasciate l
GERASTO. Se tu avessi tanto caminato quanto hai parlato, saresti giunto prima; ma non è meraviglia, ché i granchi hanno due bocche, una innanzi e un'altra dietro. ESSANDRO. Ahi, misera me! GERASTO. Fioretta mia, di che stai di mala voglia? ESSANDRO. Del bel marito ch'hai trovato a tua figlia. GERASTO. N'ho ritrovato uno buonissimo a te, accettalo e farai bene. ESSANDRO. Di che etade egli è?
Abbi un poca di pazienzia, se tu vuoi. CLEMENZIA. O non ti vergogni d'esser veduta cosí? LELIA. So' io forse la prima? N'ho vedute a Roma le centinaia. E, in questa terra, quante ve ne sono che, ogni notte, vanno in questo abito ai fatti loro! CLEMENZIA. Coteste son ribalde. LELIA. Oh! Fra tante ribalde non ne può andare una buona?
76 Rinaldo nostro n'ho avisato or ora, ed ho cacciato il messo di galoppo; ma non mi par ch'arrivar possa ad ora che non sia tarda, che 'l camino è troppo. Io non ho meco gente da uscir fuora: l'animo è pronto, ma il potere è zoppo. Se gli ha quel traditor, li fa morire: sì che non so che far, non so che dire.
41 Che prima il nome di Ruggiero odiassi, ch'io sapessi che tu fosse Ruggiero, non negherò: ma ch'or più inanzi passi l'odio ch'io t'ebbi, t'esca del pensiero. E se, quando di carcere io ti trassi, n'avesse, come or n'ho, saputo il vero; il medesimo avrei fatto anco allora, ch'a benefizio tuo son per far ora.
Saba Malaspina, cont., pag. 356. Bart. de Neocastro, cap. 18. Saba Malaspina, loc. cit. Questi discorsi di Ruggiero e Bonifazio son portati da Saba Malaspina, cont., pag. 356 a 358, non sappiamo se per uso istorico, o perchè ei li seppe veri. In ogni modo mi è parso conservarli; e molte inutili frasi n'ho tolto, poco o nulla aggiuntovi del mio. Saba Malaspina, cont., pag. 358.
E se questa notte appunto que' dannati?... No, Rocco; io non mi muovo. Ci stai tu, eh! ci sto anch'io. Delle notti, alla serena, n'ho passate parecchie.... e qui, con te, a far la guardia per quella povera e buona Stella, mi parr
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