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20 Veggo (dicea Ruggier) la faccia bella e le belle fattezze e 'l bel sembiante, ma la suavit

GERASTO. Della mia; e se ben è vecchio, è di forza piú d'un giovane. ESSANDRO. Di che fattezze? GERASTO. Come le mie: io e quello siamo come una cosa medema. Conoscilo adesso? ESSANDRO. A questo marito gli sono serva indegna. GERASTO. O come mi terrei felice se queste parole ti uscissero dal core! ESSANDRO. Fa' prova di questa mia volontá.

Ma non per tanto hai da temer: s'attende Con non picciole navi alta reina; Ella fra' Colchi impera, in armi splende, E viene ad affrettar vostra ruina. Come cosa, che 'n gioco altri si prende Ascoltandolo Folco oltra cammina; E pur con voci e con fattezze liete Sen giva a ritrovar stanze secrete.

VIGNAROLO. Una persona che muor per te: è della simiglianza vostra, di altezza e di fattezze come io, molto simile a me. ARMELLINA. Sará dunque vecchio come voi. Dio me ne guardi! non vuo' vecchio; se io mi accaso, lo fa per far figli come le altre. VIGNAROLO. Non dico che sia vecchio come me, ma della mia statura, e molto simile fuorché nella vecchiezza.

Alle prime avvisaglie, il Sovrano rimase allarmato e, non sapendo fare di meglio, proibì le parrucche femminili. Il divieto ritardò, non impedì la graduale introduzione del costume, deformatore delle muliebri fattezze.

LAMPRIDIO. Eccovi, madre, il bello sposo. TEODOSIO. O Sennia moglie cara, giá giá vi riconosco alle fattezze se di te non mente il vivo ritratto che n'ho sempre portato nel core; giá ti conosco alla sola vista. SENNIA. Questo altro giovane chi è? TEODOSIO. Eugenio vostro e mio figliuolo, che insieme con me fu rapito da' turchi.

L'uscio si aperse, e Nicolino Ariberti si vide davanti una ragazza. Almeno, così gli parve nella mezza luce che disegnava i contorni flessuosi e snelli della persona di lei, senza lasciargli scorgere le fattezze del volto. La donna per fermo vide meglio lui, e non dovette sembrargli uomo da chiudergli l'uscio in faccia; chè anzi fu pronta a tirarsi da un lato per lasciarlo passare.

Uno, il più vecchio e il più tarchiato, gli parve per l'appunto uno scudiere, o un famiglio. L'altro, era un bell'uomo tra i trenta e i quaranta, biondo di capegli, dal volto un po' arsiccio, ma bianco di carnagione, di leggiadre fattezze e di nobilissimo aspetto.

E la povera contessa Giulia fece appuntò uno di que' movimenti, talchè le bellissime fattezze del suo florido volto si sconciarono un poco a quell'inaspettata notizia; e stava dubbiosa la poveretta di quanto dovesse fare, quando, chiamata dal suono delle voci che abbastanza s'eran fatte udire, entrò Valenzia medesima in quella camera.

Ma una ve n'era sovra tutte che colpì in ispecial modo la mia immaginazione. È impossibile il dire quanto ella fosse bella, forse anche impossibile lo immaginarlo: la bianchezza del suo viso era quasi luminosa abbagliava: le sue fattezze, i suoi profili si perdevano in una specie di vaporosit