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Aggiornato: 2 giugno 2025
Ma non ne ho. Nessuna? Nessuna. Da molti anni, intervenne la mamma col suo accento strascicato, viviamo così ritirate che io stessa ho perduto di vista tutti i miei conoscenti. Ebbene, avete fatto male. Io vi procurerò delle relazioni, se mi darete retta: non sarete le prime donne alle quali ho aperto la strada della fortuna.
Ora il conto è presto fatto. La fortuna del banchiere Vitali oltrepassava i due milioni. Ma uno doveva esser dato alla mano, e non occorreva parlarne; rimaneva adunque un milione e poco più, forse centomila lire, secondo s'è detto; insomma un milione e mezzo contando la dote di Eugenia Vitali. La terza parte di Aloise, figlio unico di Eugenia, riusciva di un mezzo milione, sulla carta; in contanti, era appena di centomila lire; in tasca, poi, riusciva a nulla, poichè, se il giovine Montalto non pagava i suoi debiti, com'era da argomentarsi certissimo, alla morte del nonno i creditori avrebbero messo il sequestro sulla parte a lui spettante della eredit
77 Ella non sa se non invan dolersi, chiamar fortuna e il cielo empio e crudele. Perché, ahi lassa! (dicea) non mi sommersi quando levai ne l'Oce
Cantin di te tanti gentil pastori, che pascon le lor greggie al Po d'intorno, a cui le Muse, a cui fortuna è amica: forse il mio Mopso ancor, fatto ritorno, far
Io non osava scender de la strada per andar par di lui; ma ’l capo chino tenea com’ uom che reverente vada. El cominciò: «Qual fortuna o destino anzi l’ultimo dì qua giù ti mena? e chi è questi che mostra ’l cammino?». «L
Inoltre, Tuccio di Credi era l'aiuto di Spinello Spinelli, quando questi dipingeva nella chiesa di San Nicolò, in via della Scala, e messer Dardano non poteva averlo dimenticato così facilmente. Tuccio di Credi! esclamò egli andandogli incontro. Che fortuna d'imbattermi in voi, appena entrato in Arezzo! Tuccio di Credi aveva veduto messer Dardano anche prima che messer Dardano vedesse lui.
Ma, oltre alle feste che se ne fecero, non n'uscí nulla, e fu lasciata Venezia sola proseguire con varia fortuna la guerra, che avrebbe potuto e dovuto essere nazionale. E cosí avviene sempre ed avverrá, finché si ricadrá in questo vizio femminile e da bimbi, di festeggiare ciò che si spera e non si sa compiere poi, di sciupare in feste quello che rimane d'operositá.
I cortigiani tentano di opporsi alla nascente fortuna del giovane Costantiniano, facendo balenare agli occhi di Costanzo i pericoli che possono venire dall’avere al fianco un collega d’impero, e gli ricordano la recente esperienza del cesarato di Gallo. Ma Eusebia insiste e vince ogni resistenza, e Giuliano è dall’imperatore nominato Cesare.
Ma sai, Lucia, che ci vuole una bella fronte! andava dicendo. Oh! i bei difensori che ha il Papa! Villani rifatti che si danno bel tempo con l'obolo di san Pietro. O che san Pietro manteneva dei soldati? Questa non l'ho mai sentita a dire. Managgia l'anima loro! Perchè non stanno ai loro paesi? Fortuna che siamo alla fine, per quanto pare! Ma non sai la bella notizia? Garibaldi se n'è fuggito da Caprera. E adesso si trova coi volontari l
Sempre natura, se fortuna trova discorde a sé, com’ ogne altra semente fuor di sua regïon, fa mala prova. E se ’l mondo l
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