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Aggiornato: 27 maggio 2025
Come resistere ad un invito così amorevole? La stessa miscèa che l'Acciaiuoli faceva del lavoro e della preghiera, doveva piacere ad un'anima afflitta come quella di Spinello Spinelli. E il giovane pittore non uscì quel giorno dalla chiesa, senza avere accettata la proposta. Dardano Acciaiuoli aveva fatto fabbricare quel tempio, per darvi sepoltura ad un suo fratello vescovo.
Il matrimonio, per espresso desiderio di messer Dardano Acciaiuoli, si celebrò nella chiesa di San Niccolò, fatta edificare da lui e dipinta da Spinello Spinelli. Quelle Madonne, quei Santi e quelle glorie d'angioli, che coprivano le volte, dovevano assistere alla cerimonia che consacrava la felicit
Ma proprio in quel punto messer Dardano Acciaiuoli lo prendeva amorevolmente per un braccio. Vedete, Tuccio, com'è bello quest'angiolo! diceva il vecchio gentiluomo. Se si potesse muovere un rimprovero all'artista, ignorando quello che egli ha voluto fare, si direbbe che è troppo bello, per rappresentare lo spirito del male.
Anzi, meglio, di condurlo da me? Volentieri; ma dove? Laggiù, in via della Scala, nella chiesa di San Nicolò. È chiusa, finora; ma potrete passare dall'uscio della sagrestia. Domani stesso, all'ora in cui usate andare a diporto, io sarò ad aspettarvi, Ci verremo, messere; rispose Tuccio di Credi. Ma, di chi dobbiamo noi domandare? Di Dardano Acciaiuoli: è questo il mio nome.
Messere, balbettò Spinello, confuso, vorrei.... Lo sa il cielo, se vorrei!... Vogliate dunque; dipende da voi; ripigliò messer Dardano. Voi dovete ammogliarvi. Una compagna vi è necessaria. Non credete a ciò che sentenziano taluni, che l'artista ha da viver solo, perchè l'arte non vuole rivali.
Intanto il compagno rispondeva per ambedue alla domanda del gentiluomo. Io mi chiamo Tuccio di Credi: il mio compagno è Spinello Spinelli. Tutt'e due della scuola di mastro Jacopo di Casentino. Ah! disse messer Dardano. Il vostro amico è l'autore d'un San Donato, nel Duomo Vecchio d'Arezzo? A quel ricordo, Spinello Spinelli trasse un profondo sospiro dal profondo del petto.
Messer Dardano capì facilmente che il cervello del suo amico andava in processione, e ripigliò tranquillamente il discorso. Voi ricorderete, Spinello mio, che Tuccio di Credi, qualche tempo fa, si era risoluto di andarsene dal vostro servizio. Temeva di esservi inutile, il poveretto! Non ha molta levatura d'ingegno, ma per contro, ci ha un discreto amor proprio.
Le nozze furono affrettate quanto più si potè, senza danno dei consueti apparecchi. C'era in tutti una gran furia di far presto. Furia del Bastianellì, a cui non parea vero di allogare la figliuola in quel modo; furia di messer Luca, che non vedeva l'ora di veder suo figlio sottratto ai pericoli dell'umor nero; furia di messer Dardano, che adempiva con coscienza a tutti i suoi uffici di protettore; finalmente (e forse era da metter questa innanzi alle altre) furia di Tuccio di Credi, il quale voleva riconquistare la sua libert
Mastro Zanobi temeva un pochino quantunque non lo lasciasse trapelare a nessuno, che il pittore, entrato una volta in casa, non gli girasse nel manico, trovando, come suol dirsi, il vino troppo diverso da quello che prometteva l'insegna. Spinello venne, e fu proprio il caso di aprir l'uscio a due battenti poichè messer Dardano Acciaiuoli si era degnato di accompagnare il suo giovane amico. Per fidanzato gli parve un po' grave; ma forse era da attribuirlo alla timidit
Messer Dardano lo seguiva degli occhi, non pronosticando niente di buono da quella scena inaspettata. È vero! ripigliò Spinello, dopo essere stato alquanto a guardare l'affresco. Ecco una somiglianza che io non aveva cercata. Una somiglianza fatale! proseguì, con accento cupo, che fece fremere il vecchio Acciaiuoli. Tuccio di Credi ha ragione, e a lui va fatto omaggio di un cambiamento necessario.
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