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Aggiornato: 16 giugno 2025
Aperse la finestra, e la brezza notturna e l'azzurro del cielo stellato, parvero chetargli un tratto lo scompiglio della mente. Dalla finestra della signora Argellani si scorgeva un po' di lume che trapelava dalle stecche della persiana. «Non dorme ancora; pensò Laurenti che fa ella?
E grazie, caro, caro George! E addio! Nancy, seguendolo cogli occhi dalla finestra, lo vide saltare sul «cable-car» che andava nella citt
Erano otto sedie di legno chiaro con profili dorati, coperte di ricami a mezzo punto, bellissimi, tutti l'uno differente dall'altro. Marta le ammirò religiosamente, commossa. Questo è il mio ritratto di quando ero bambino. Marta vi si precipitò sopra, coprendolo di baci e di esclamazioni, portandolo sotto alla finestra per esaminarlo meglio. Come è bellino! Care queste spalluccie nude!
Ed Evelina, forse mortificata o impermalita per quel lungo silenzio, si preparava ad andarsene. Va via?... Così presto? esclamò Pietro con uno smarrimento quasi pauroso, fissando sempre la giacchettina blù, che gli appariva in mezzo alla camera buia, come il fantasma di Nora. Si fa tardi, osservò Evelina, con un sospiro, avvicinandosi alla finestra. Si fa tardi; e poi minaccia un temporale.
De la finestra tua sul davanzale Un geranio vermiglio s’incolora. T’oppresse il fato, e pur tu serbi l’ale; Hai tanto pianto, e pur tu speri ancora. Ch’io m’inginocchi presso te: m’apprendi La virtù che sopporta e che perdona: Tu che l’odio e il livor mai non comprendi, Benedicimi, o grande, o vera, o buona.
«Dalla mia finestra vedo a levante diradarsi l'azzurra linea degli Appennini, e a ponente un promontorio roccioso su cui domina un'antica chiesa in rovina. «Alle nostre spalle in mezzo ai boschi d'olivi, di lecci, e a gruppi di pini o una serie di poggi sparsi di casolari e di ville.
Allo improvviso l'aria dintorno rintronò dei ragli di Marco. Verdiana corse alla finestra, e di l
Essa lo chiamò con un accenno del capo, e poi chiuse l'uscio pianino, trattenendo il respiro per non farsi sentir di fuori. La cameretta in quella penombra del crepuscolo era rischiarata appena dal fanale della strada, che stava proprio di faccia alla finestra. Vuoi i miei capelli?... L'altro, guardandola, tremava, respirava ansante. Prendili, sono tuoi.
Disgraziatamente però, e forse per quest'ultima ragione, il diavolo si piccò a volerci metter la coda: l'orco, il quale aveva il sonno così leggiero che l'avrebbe svegliato anche il volar d'una mosca, a' primi accordi era saltato fuori dal letto, e rassicurata la moglie che s'era rizzata a sedere inquieta, aveva girato il nottolino pian piano, aperto appena lo sportello della finestra senza vetri, e messo l'orecchio in quel po' po' di spiraglio, aveva sentito parte del dialogo dei due amanti, parte n'aveva indovinato.
Si mise subito all'opera. Pensò, ripensò; cambiò più volte il posto dove mettere il tavolino: sotto alla finestra, il troppo sole gli confondeva le idee; dove c'era troppo scuro, non gli volevano venire. Finalmente, cambiando ogni giorno la qualit
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