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Aggiornato: 16 giugno 2025
Come fu vestito e tornato alla finestra, il Re gli disse:
E tutto il giorno pensai alla signora Nina, e la sognai tutta notte, e al giorno successivo stetti alla finestra l'intero mattino per vederla, e fui così fortunato che mi vide e si volse e la salutai, e per un mese non lasciai di andare alle stesse ore alla finestra, sempre colla stessa fortuna, e una volta ardii sorriderle, e un'altra volta ardì sorridermi... e cinque mesi e otto giorni dopo, io mi stringeva legittimamente al cuore la signora Nina... non più vedova.
«Dovete ricordarvi quella data e quell'insegna. «Stavo alla finestra della mia camera la sera del mio arrivo, quando vidi entrare nel cortile una carrozza da nolo, da cui scendeste voi, con una signora. «Avevo presso di me una cameriera dell'albergo che mi prestava qualche servizio da toletta. La chiamai alla finestra, ed additandovi le domandai: « Chi sono quei signori?
Guardò... guardò... ma era ancora troppo lontano per poterla scorgere; e poi c'era di contro un lampione a gaz, maledetto!, e gli impediva di distinguer bene! Dio, era tutto buio!... Fa ancora qualche passo... Sì, sì... c'è il lume!... Ma no; quello è il riverbero del gaz!... Sì, sì, era proprio la finestra illuminata!..! e vide l'ombra, l'ombra cara, dietro dei vetri!
In fondo, alcune piante di bambù si allungavano nella nostalgia dell'azzurro. Io le guardai con un affetto fraterno. Passavo lunghe ore alla finestra a dipingere, ed ero così assorto nel mio lavoro che non mi accorsi che di fronte a me, a venti metri di distanza, una figura di giovinetta passava, ripassava, era intenta a fissarmi. La guardai anch'io.
Ella s'era affacciata alla finestra e sembrava compenetrarsi della luce folgorante che saliva dal lago, dardeggiava la linea onduleggiata delle montagne, incendiava le case di Desenzano, faceva frinir le cicale sugli alberi. Ad un tratto si volse e disse: Oggi scrivo alla mamma. Appunto, rispose Filippo. Anch'io....
Nino si levò dalla finestra, e fece alcuni passi per la camera come un uomo smarrito, quella romanza aveva risvegliato in lui l'eco della felicit
E fu appunto il saltar degli uomini dal davanzale della finestra sul pianerottolo e il loro spandersi su e giù per le scale, che diè nell'orecchio alle due donne su in alto.
A gl'innamorati non è concesso che il «discorso» vale a dire un colloquio a gesti dalla finestra o sulla porta di casa, il «lenes sub noctem susurri» di Orazio. Sono in uso le serenate con accompagnamento di chitarra; spesso canti pastorali o le note dolenti della cornamusa rompono melodiosamente il silenzio della notte.
Proseguì, decisa: Io la teneva fra le braccia, perchè cessasse dai rimproveri che mi facevan tanto male; e andavo pregandola di pensare, di capire.... A un tratto.... Ah, che spavento, Cesare!... A un tratto, m'è sfuggita, è corsa alla finestra.... Sai che sotto la finestra, a parecchi metri, è il ripiano della scala di marmo; e sporgendosi infuori, tutta diversa, stravolta, mi ha detto: «Non insistere, non insistere, non insistere!
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