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Aggiornato: 31 maggio 2025
Il capitano scriveva lettere di fuoco al figlio superstite, perchè gli esuli si agitassero anche in Francia, e spingessero quella nazione a non tollerare più oltre in Italia la infamia della dominazione straniera, e aiutassero gli schiavi ad infrangere quelle catene che li rendeva impotenti alla rivendicazione dei loro diritti. Da ogni parte venivano voci di speranza, ma il frutto non era maturo.
Pochi giorni dopo l’arrivo dei primi soldati italiani, si arrestava davanti il cancello della villa Bonifazio una carrozza da viaggio dalla quale scendevano inaspettati Gervasio e Silvio. Il telegrafo e la ferrovia essendo stati riservati all’esercito, non fu possibile agli esuli di annunziare la loro venuta. Le suonate di campanello e i latrati di Argo fecero accorrere Pasquale.
Se vuoi ch'io comandi, comando: fuggiamo! esultò Ugo. Sì, andremo lontano da Adalberto.... Da Oberto! Da tutti! Senti: ho pregato tanto. Oh lo sa la madre mia. Ugo, in questo cofanetto ho i suoi gioielli, fuggiamo lontano.... "Chi siete?" domanderanno. "Siamo esuli." "Di che terra?" E diremo: "Il saracino Alzor disertò le nostre castella sulla riviera ligure." Fuggiamo lontano.
Esuli affaticati, Senza speme di vita e senza regno, Fuggiam, cadiam sotto al flagel dei fati, Del pensiero de l'uom ludibrio indegno. Il serto luminoso Del poter nostro ov'è? Dove il raggiante Trono del sole e i sempre verdi alberghi De l'Ida? Ove il temuto Folgore e le sedotte Figlie de l'uom?
Gli esuli repubblicani ed è un altro fatto che la calunnia non potr
Il colonnello comandante, un maggiore, quattro capitani, un luogotenente, due sottotenenti. Tre mesi addietro, di cotesti nove, uno era poeta, due avvocati, uno mercadante di tele, uno fotografista, uno notaio, uno ingegnere, uno agricoltore e uno letterato; quasi tutti soldati volontari nelle guerre italiane dell'indipendenza, indi esuli, o carcerati.
Se n’uscivano però gli esuli, parte a piedi e parte a cavallo, solo alcuni traendosi seco poche masserizie poste in casse sopra de’ muli; tutti, mesti sì, ma invitti dell’animo. Poche le famiglie che esulavano per altre parti d’Italia. Fra queste vogliam ricordare quella del pistoiese Dolcetto de’ Salerni, che ebbe l’onore d’imparentarsi con quella dell’Alighieri. Perchè Dolcetto presa dimora in Verona, dove il suo ricco censo gli consentì di comprarvi un palazzo, disposò col
Fra i personaggi che più spiccano in questo saggio di corrispondenza, è Michele Amari. Le lettere dell'Amari da Parigi dimostrano che tempra di uomini furono gli esuli siciliani del '49. Dopo la restaurazione borbonica, il Vigo si era ritirato nella sua villa di Ballo su le falde dell'Etna.
Furono italiani i primi professori che incamminarono la scuola argentina sulla via delle moderne discipline, trasformando in ateneo ciò che non era al più che un seminario. Ai principî del secolo passato l'emigrazione italiana non era composta che di esuli politici, ossia in gran parte di uomini intelligenti. Per molti anni la parola «emigrato» da noi non significava che «perseguitato» per l'amor di patria. Ne arrivarono laggiù di questi emigrati, ad ogni rivoluzione repressa e ad ogni congiura scoperta, come ne arrivarono a Londra: ossia dove la distanza o la libert
Strettisi a consiglio i due profughi insieme a Serafini e Guelfi, tutti convennero che scopo precipuo della ricerca dovesse essere una barca atta a trasportare gli esuli sulla riviera ligure, e che di ciò avrebbe dovuto occuparsi il Guelfi partendo senza dilazione per la Maremma.
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