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Era il soffio del ciclone che lo menava via, o l'attrazione magica dell'amore che l'incendiava del suo alito? D'altronde, tutto era stato preparato con squisita scienza: l'incontro, l'attitudine di Morella, il desiderio acuminato dell'emulazione, il dispetto spronato dal disdegno, la gelosia distillata prima dell'amore.

Per una settimana ancora il nome di questo atleta, che aveva bensì percorso quarantadue chilometri di strada in condizioni eroiche, ma era tuttavia un omúncolo in cui l’ala non giungeva più su del malleolo, impalvesò tutta Londra, fu cantato da’ suoi sette milioni di vivi, l’immagine sua portata per i quadrivi a suon di fanfare, stampata, messa in quadro, cinematografata, fatta piovere su Londra come un ciclone di cavallette, disseminata con trofei di bandiere sino ai più remoti angoli della terra.

Pare incredibile, non è vero? Eppure era stato così!... Rientrando in casa, quella sera, con le terribili parole ancora risuonanti all'orecchio, che cosa aveva provato il conte di Bauern? Quale sospetto rodente gli era entrato nel cervello? Per quali gradi insensibili o per quale rapido passaggio, l'indignazione prodotta dall'infame calunnia aveva dato luogo al dubbio tormentatore? Quali prove, quali indizii, quali ricordi sorsero nella sua mente e presero corpo? Nessuno potrebbe ridirlo. Non si possono accertare che i fatti; ed il fatto accertato è questo: che, dopo la morte della moglie, il conte passò, quella sera per la prima volta, nella stanza un tempo occupata dalla defunta, e lasciata religiosamente nello stato in cui si trovava quando era abitata. Nessuno seguì il conte in quella stanza; ma, al nostro arrivo, il domestico aveva trovato il suo padrone. In quella stanza, nascosta dentro un piccolo armadio la cui chiave stava ordinariamente nel nécessaire da lavoro della contessa, il conte trovò la corrispondenza di Augusto con la propria moglie.... Centinaia di lettere, le prove palpabili le più eloquenti, le più irrefutabili! di ciò che aveva asserito il Vialli! Quella relazione, troncata dalla morte, durava da più di due anni; e nessuno o ben pochi l'avevano sospettata, e il conte aveva votato tutto stesso alla memoria della moglie idolatrata!... Che cosa accadde dentro di lui alla improvvisa rivelazione? Dovette essere un crollo spaventevole, una rovina terribile. Un ciclone che si abbatte sopra la vostra casa, su tutto il vostro paese; un disastro che vi porta via tutta la vostra fortuna e non vi lascia altro che gli occhi per piangere; la morte d'una persona cara che isterilisce la sorgente delle lacrime, d

Sembra però che gli dei, o i santi che li hanno oggi rimpiazzati, non concedano favori senza pretendere vittime. E così avvenne in questo caso: la pioggia fu accompagnata da un terribile ciclone, fenomeno stupendo che ebbi modo di osservare, perchè mi trovavo fuori a cavallo: una massa nera di nubi scese dai monti Volsci, avvolse la valle e devastò con la grandine una vasta estensione di vigneti. Da allora, quasi tutti i giorni, nel pomeriggio, scoppiò sui monti un uragano, accompagnato da tuoni e da lampi: al sopraggiungere di ogni nuovo temporale le campane di tutte le chiese venivano suonate a stormo. Un giorno tutto il paese fu sossopra; la popolazione si riversò nelle vie; si diceva che un fulmine avesse ucciso quattro persone e la notizia fu confermata. I morti furono portati nella casa di un contadino, dove furono sorvegliati per ventiquattro ore dalla polizia. Il giorno dopo giunse, cavalcando un asinello, il magistrato, seguito dal dottorino, di cui ho gi

Si forma un esercito di cavalli che passa come un ciclone sollevando immense colonne di polvere; lo scalpitìo, simile al brontolare lontano della bufera, si ode da lungi e il gaucho che lo conosce bene fugge ventre a terra per assistere al passaggio di quella fantastica emigrazione dalla maggiore distanza possibile.

Certo sei un mio figlio degenere, o italiano, o grumo raffreddato delle Lave millenarie! Ah! che io possa finalmente contemplare te ed i tuoi fratelli, ritti sulla tolda veloce delle torpediniere notturne, fra l'odio atroce delle burrasche, alla mercè delle raffiche d'un ciclone, e pure in atto di spiare i massi d'ebano, più neri della notte, che le squadre nemiche ammucchieranno nel buio!

Non ci volle molto a capire che i miei cinque compagni erano degli idioti che nessuno sarebbe mai riuscito a intellettualizzare. Erano stati sorpresi dal ciclone militare, ma tre di loro non sapevano neppure il significato della parola rivoluzione.

Allora un acuto clamore dominò sul terribile frastuono delle acque... Un ciclone avea dunque lanciato, dall'alto d'un promontorio, fra le mascelle scellerate del mare, immense mandre di iene che s'azzannavano rabbiosamente a vicenda?... . . . . . . . . . . . . . . . . . Era invece oh! terrore! il grido d'acciaio verdastro, che lanciano al cielo i naufraghi sublimi caduti giù dalla prua di diamante delle galere ideali!... Era la vostra voce esasperata d'amore, o naufraghi sublimi che navigaste un giorno sugli abbaglianti gorghi delle Vie lattee, da un firmamento all'altro, verso lo Zenit!...

Ecco laggiù dei bastimenti in fuga.... Sembrano officine volanti, fumanti, con le vetriere in fiamme, officine subitamente sradicate intere dalla forza violenta d'un ciclone... Filano via sulla nerezza animata del mare. E quella nave, l