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La quistione degli abiti non fu mai una quistione per Gabriele. La natura avendolo provvisto di una magnifica capigliatura nera, come gli augelli del cielo sono provveduti di piume, Gabriele non aveva bisogno di coppola. Le belle lave del Vesuvio, che lastricano le strade di Napoli, avendogli indurito l'epidermide dei piedi, come gli animali erranti, egli non sentiva la necessit

Certo sei un mio figlio degenere, o italiano, o grumo raffreddato delle Lave millenarie! Ah! che io possa finalmente contemplare te ed i tuoi fratelli, ritti sulla tolda veloce delle torpediniere notturne, fra l'odio atroce delle burrasche, alla mercè delle raffiche d'un ciclone, e pure in atto di spiare i massi d'ebano, più neri della notte, che le squadre nemiche ammucchieranno nel buio!

Con le balzanti matite delle mie lave cancellerò dal mondo le forme geografiche non colorite dalla letizia del sangue! Io.

Il buon letto dell'ospite era troppo buono; abituato alla terra dura e all'aria aperta, il chiuso della stanza pareva mi soffocasse, e la morbidezza delle piume destavami la sensazione del vuoto; laonde girai sino al mattino intorno a me stesso. Scesi, apersi la finestra che dava in un poggiuolo e rimasi come uomo stupefatto davanti ad uno spettacolo inatteso. La tenue luce dell'alba non toglieva alle lave ardenti, che solcavano in due linee parallele e orizzontali il Vesuvio a due terzi del suo dorso, l'apparenza di grandi masse rutilanti di carbonchio. Sarebbesi creduto il cono del vulcano semiaperto da un punto fisso a guisa di coperchio, e scorrente dall'immensa fessura un fiume di gemme colate. Quel rosso cinabro intenso, ondulante, contrastava decisamente con la tinta di calcedonio, la quale come velo diafano involve la natura nei pochi minuti che precedono la comparsa del sole. Gradualmente le lave sembravano disinfiammarsi e impallidire, e il golfo di Napoli venivasi disegnando magnifico, voluttuoso e inenarrabile. Ond'io poetando proruppi: Splende così la prima aurora della libert

Quand'io considero quella serie di mostruosi governi che da secoli reggono la meridionale Italia con popolazioni energiche come son quelle cresciute sulle lave dei nostri vulcani io concludo: che non basta l'energia per fare un popolo libero e grande. Dirò di più, che non basta l'energia e l'intelligenza, poichè a dovizia possiede il nostro popolo l'una e l'altra qualit

«Bruggia la terra il lino col suo seme», disse cantando il mantoan Omero. Perché un verso non gionse a dir piú intiero? Del lin cosa non è ch'un cor piú creme! Vi lo rimando. Ahi! rimandar non posso l'ardor però, ch'ogni or sta 'n le medolle, umor di pianto v'ha che giú mil lave! Ma prego Amor, come incender volle tutte le mie, che almanco roda un osso in voi, o di mia vita ferma chiave!

I nostri corpi?... convulsi dall'orrore e reclini sull'abisso, tutti grondanti di lave turchine e violette!... I nostri volti?... illuminati dai lampi, che alacremente trinciavano l'infinito con le lor lame verdastre!... I nostri occhi?... Come schizzati fuori dall'orbite!...

Non è macchia lorda di peccato, che 'l dolce nome di Iesú non lave; nome che chi noma in spirto, sente mordersi 'l cuore d'un pietoso dente!

Quinci una mano, quindi affisse l'altra ed ambo e' piedi al smisurato trave; vinse lui quel mansueto aspetto. Ma questo avvien, ché in prava mente e scaltra e che di sangue uman sempre si lave, non cape amor alcun pietoso affetto. TRIPERUNO. Deh, caro maestro, non vi partite! FÚLICA. Lascialo andare, figliolo.