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Paolino Berlendi si alzò di scatto, e calò un pugno sulla tavola.... Quella, quella, quella! interruppe. «Tu ne me fais pas crême, va»! Mi par di essere a scuola! Per americana, io intendo quella che si vede in Piazza San Marco, nelle sere di concerto!

Dunque e Nancy riprendeva il filo delle sue immaginazioni ella si ritirava nelle sontuose camere, prendeva una tazza di thè nel suo sontuoso salotto, e poi riposava per un'ora o due sul suo sontuoso letto. Indi faceva una elaborata toletta, usando tutte le creme. E alle otto meno un quarto mandava un messaggero con un biglietto al Grand Hôtel: «Caro Sconosciuto. Sono qui

E come a lato del male sta il bene, così quasi a rimedio delle inevitabili indigestioni per tanti pasticci, cassate, cannoli, frutti, ravazzate, creme, zuccate, sfinci, sfincioni, olive e mandorle, la badia di S.a Rosalia compieva il pietoso ufficio di preparare un antacido medicinale, di sicurissimo effetto.

Ed egli non scrisse. E Nancy era , seduta nella sua pensione, coi suoi vestiti, e i suoi cappelli, e le sue «crème des crèmes». Gli interi quattrocento dollari di George, più quindici degli ottanta dollari di Fräulein erano dileguati.

Fece scorrere l'acqua calda e si lavò la faccia: lavò dagli occhi e dalle guancie tutta la cipria rosa e Rachel, dalle orecchie e dalle narici tutti i «soupçons» e le ombre e le creme e il mascaro e il Leichner. Poi disfece la pettinatura e raccolse le chiome ondeggianti in un largo nodo in cima al capo, come era avvezza a portarle; e indossò la più scura e semplice delle sue fruscianti vesti.

Vieni al Cafè de Paris, disse Aldo. Ordinarono per loro il caffè e la crème de menthe, e per Anne-Marie un gelato di fragola e delle paste. L'orchestra suonava «Sous la Feuillée». Oh Dio, come è bello il mondo, disse Nancy con un piccolo singhiozzo in gola. Dio! che paese divino! Come adoro tutto! come adoro tutti.

Poi comperò della «crème des crèmes» per la sua faccia; e della «crème de beauté» per le sue mani, e della vernice rosata per le sue unghie, e dell'unguento di violetta ambrata per i suoi capelli. E quando ebbe tutto ciò fu contenta; e aspettò che lo Sconosciuto le riscrivesse: «VieniMa la lettera non venne. Passò un giorno. E un altro. Ed egli non scrisse. Passò una settimana. E un'altra.

«Bruggia la terra il lino col suo seme», disse cantando il mantoan Omero. Perché un verso non gionse a dir piú intiero? Del lin cosa non è ch'un cor piú creme! Vi lo rimando. Ahi! rimandar non posso l'ardor però, ch'ogni or sta 'n le medolle, umor di pianto v'ha che giú mil lave! Ma prego Amor, come incender volle tutte le mie, che almanco roda un osso in voi, o di mia vita ferma chiave!