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PANDOLFO. Sappi, il mio caro Cricca, che fra i mancamenti della mia vecchiaia il maggior è l'amore.... CRICCA. Che umor di malinconia o di pazzia! PANDOLFO. Non mi interrompere: so che vuoi dire che son vecchio di settant'anni. CRICCA. Questo volevo dirvi.

Grazie! replicò il conte Gino. È doloroso per me di non poter approfittare di un'offerta così gentile e così gentilmente espressa. Vogliano dire al signor barone De Wincsel che la sua domanda, toccando il diritto mio di esser freddo, o triste, o di umor nero alle mie ore, io, conscio di non aver mancato a nessun dovere di gentiluomo, la considero... inopportuna.

Scomparsi, ma non perduti. Come non si perde l'acqua fecondatrice che la terra beve e rispande in umor vitale su per le fibre dell'erbe e degli alberi, tale è di tutto ciò, che fu la grande arte sua: gli accenti, gli atti, gli sguardi, tramutati in forza di passione e di idee nella generazione che li vide e li udì, operano ancora, eredit

I' veggio aperte le dorate porte del gran gìardin, ch'i muri ha di zaffiro; qui n'accoglie Diana; e qui n'envia per la verdura del suo bel verziero; qui la fiorita e verde primavera move d'intorno, e va pascendo il verde del santo umor de la rugiada eterna; qui l'alma Clori e 'l suo diletto sposo spargendo a l'aere ognor novelli odori van dipingendo il variato suolo; qui non arde la state e qui non sfronda l'autunno i rami e non gli imbianca il verno; qui vive il verde eterno; eterni rivi di liquidi smeraldi i verdi prati van compartendo; al mormorar de l'acque, al soave spirar de le dolci aure, al tremolar de i verdeggianti rami, suonano in dolci e 'n dilettosi accenti mille amorosi eterni rosignoli.

«Bruggia la terra il lino col suo seme», disse cantando il mantoan Omero. Perché un verso non gionse a dir piú intiero? Del lin cosa non è ch'un cor piú creme! Vi lo rimando. Ahi! rimandar non posso l'ardor però, ch'ogni or sta 'n le medolle, umor di pianto v'ha che giú mil lave! Ma prego Amor, come incender volle tutte le mie, che almanco roda un osso in voi, o di mia vita ferma chiave!

PANURGO. È scemo di cervello. Venendo da Roma, lo trovai nell'osteria; e ragionando come si suole, dicendogli che veniva in casa di un medico famoso, mi pregò che l'introducesse a voi che lo guarissi d'una infirmitá che patisce, non so se umor maninconico o discenso lunatico.

Tali son le differenze di questa sopra la prima edizione: ciò che non è mutato, mutabile io spero, è la coscienza che guidò il mio lavoro. L'intrapresi per fare un saggio di quelle istorie particolari, che sopra tutt'altre convengono a' tempi nostri. Scelsi il vespro siciliano come il più grande avvenimento della Sicilia del medio evo: il che se si chiamasse umor municipale, sarebbe mal detto; perchè la Sicilia parmi assai grande per una citt

Tu hai sempre il tuo umor nero, amico Rousseau; disse un giovane di circa venticinque anni, che portava sulla fronte il doppio distintivo della nobilt

Orbene, mentre l'usignuolo cantava, ed io avrei pur voluto scorgerlo; mentre quella moltitudine allegra andava a diporto, mentre il cielo era sereno e una brezza leggiera correva per l'aria, facendo stormire le fronde, a me andava man mano affievolendosi il respiro. La vita se ne andava, e mi pareva di vederla, come un umor diafano, rifuggirsi dalle estremit

Sul caldo umor, che la ferita piove, Tutto si bagna, e nel morir si scuote: Tal veggiam traboccar quercia di Giove, Che con bipenne il villanel percote; Ei del carro talor con travi nove Vuol ristorar le fracassate rote, E taglia il piè di pianta aspra, selvaggia, Ed ella ingombra in sul cader la piaggia.