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Un impeto selvaggio mi scuote. Mi slancio, lo afferro pel braccio, e lo tengo fermo. Si ribella, quasi cade. Cado quasi con lui e la sua motocicletta. Se menti, ti brucio le cervella! gli urlo. Dimmi! Spiegami! Giurami! Che è vera, sicura, la notizia! Lo giuro, me lo ha ripetuto tre volte il generale in persona! Giura! Giuro. Su tua madre! Su mia madre. Aaaah! aaaaah!

(gli striscia dietro, come un folletto maligno e gli scuote una spalla.) Su, su, povero malato!... Per curarti ti ho introdotto dove meglio sbocciano la mia saggezza e la mia felicit

12 Non sasso, merlo, trave, arco o balestra, ciò che sopra il Saracin percuote, ponno allentar la sanguinosa destra che la gran porta taglia, spezza e scuote: e dentro fatto v'ha tanta finestra, che ben vedere e veduto esser puote dai visi impressi di color di morte, che tutta piena quivi hanno la corte.

PEDANTE. I vini dunque sono auriculati? LARDONE. «Vin d'una orecchia» è quello che è eccellente, che quando l'hai bevuto, va in testa e inchini la testa sopra alla spalla; ma quando si scuote la testa dall'una parte all'altra, è segno che non val nulla. Oste, poni dell'altro vino. PEDANTE. Che rumore è questo che fai con la gola, glo glo, quando ingiotti?

Vieni, Nancy. Vieni subito. E per sempre». «Caro Selvaggio, diletto amico mio, «Il tuo richiamo mi scuote il cuore. Tutti i miei desideri, tutti i miei sogni uniscono le loro voci alla tua, gridandomi di andare da te. «Ahimè!

A quella voce ella si scuote: retrocede da prima, poi si accosta, e presa da subito tremito che le invade tutta la persona, risponde: Non è più tempo, Guiberto, guárdati: fuggi le terre d'Italia non sono più per te. Le nostre leggitrici han gi

Donato, col capo curvo sul petto, sembra estraneo a quanto succede tutt'intorno, ed il signor Asdrubale, dopo essere stato un pezzo in silenzio, si decide a rammentare la sua presenza con un sospirone lungo lungo. Lo studente si scuote, si leva in piedi, e come colto da un improvviso pensiero, ricade sulla seggiola balbettando: «Sono agli ordini suoi.

Più nulla tromba con la voce orrenda L'aria dintorno altieramente scuote; E perchè de le turbe il cor s'accenda Gli aspri tamburi nulla man percote. Gridano i duci; ma non è ch'attenda Alcun guerriero a l'animose note; I cor tremanti, impalliditi i volti, E son tutti a la fuga i piè rivolti.

La pioggia cade a torrenti, il rimbombo del tuono scuote la terra, l'impeto del vento schianta gli alberi, rovescia i pali del telegrafo, ma il signor Cesare non sente nulla, non si cura di nulla.

Ah! in questo momento io mi disprezzo, ti giuro, come non avrei creduto che un uomo potesse disprezzare se stesso. Con uno sforzo supremo si scuote e susurra con un singhiozzo Addio, Nicoletta! E fugge pel fondo. NICOLETTA, in piedi, appoggiata con la schiena al pianoforte, vorrebbe richiamarlo con un grido, ma la voce le muore nella strozza, e rimane intontita, con gli occhi imbambolati.