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Invece Vincenzo, che ammirava il parente sconosciuto, per quanto c'era di meraviglioso nella sua storia di grandezza, e di miseria, e di emigrazione in paesi lontani, era anche lui in suggezione e non osava avvicinarlo.

L'effetto dunque, che produrranno i due romanzi del Bürger, sará proporzionato sempre alla fede che il lettore presterá agli argomenti di maraviglia e di terrore de' quali essi riboccano. Ora, dipendendo da ciò principalmente l'esito della loro emigrazione presso gli italiani, a me non il cuore di pronosticarla fortunata. Cominciamo dal primo. Ecco la traduzione del Cacciatore feroce.

Bisognerebbe ricercarne alcuni dopo un anno di America e rimandarli al paese nativo a narrare sinceramente le loro avventure. Sarebbe il miglior rimedio contro questa emigrazione cieca e disordinata, senza organizzazione, senza guida, senza protezione, che è per la Madre Patria un grande dolore, e una ancora più grande umiliazione! Buenos Aires, dicembre 1901.

Dopo d'avere constatato i trionfi gloriosi del lavoro italiano nell'Argentina, possiamo bene rilevare spassionatamente qualche nostro difetto, nel quale si possono trovare le cause di alcuni mali della nostra emigrazione.

In questa santa propaganda sta il nostro primo dovere: ma non basta. Regoliamo la nostra emigrazione. Prima che essa si muova pretendiamo di sapere dove andr

Era necessario per comprendere quanto la situazione morale, materiale e politica dei nostri emigrati laggiù sia diversa da quella alla quale essi hanno diritto. Pochi popoli pagano al mondo un tributo d'emigrazione più grave dell'italiano; e pure la nostra stessa emigrazione sembra dimostrare contraddizione strana che noi manchiamo delle migliori qualit

Nell'Argentina vi sono sopra a duecentomila disoccupati, in parte coltivatori, che hanno disertato i campi resi infecondi. Con questa massa di lavoratori pratici del paese è possibile al Governo argentino di tentare un vastissimo esperimento di colonizzazione, prima di stimolare ciecamente nuova emigrazione italiana, che potrebbe ritrovare laggiù antichi dolori e disinganni.

È l'on. Marchese Di San Giuliano che scrive: «Coloro, che sostengono non essere il disagio economico la causa precipua dei disordini in Sicilia, osservano che finora i più gravi sono accaduti nelle provincie di Trapani e di Palermo, che non sono tra le più povere e le più colpite dalla crisi; ammetto che per questo o quel comune, possano aver prevalso altre cause locali, ma per la provincia di Palermo è bene notare che essa ha dato nel 1892 un contigente di 5929 persone all'emigrazione permanente e di 1585 all'emigrazione temporanea, mentre che non l'aveva dato che di 870 all'una e di 138 all'altra nel 1885, il che autorizza a conchiudere che anche in quella provincia sia avvenuto un notevole peggioramento economico. In Provincia di Trapani l'emigrazione permanente, nel 1892, fu di sole 337 persone, ma di queste 105 appartengono al Comune di Gibellina, dove i disordini sono stati tra i più gravi: ed è stato ucciso il pretore.» A questo mi permetto aggiungere che anche Caltavuturo dette un grande contigente all'emigrazione, che la condizione economica della provincia di Palermo e di Trapani poteva considerarsi buona prima della crisi vinicola ed agrumaria; e che la emigrazione come diceva R. Cobden, a proposito di quella Irlandese: «quando deriva dalla necessit

I danni che a noi derivano da questa emigrazione sono materiali e morali. I materiali: l'Italia che ha nell'Argentina più d'un milione dei suoi figli ossia un quarto della popolazione della Repubblica non contando i loro discendenti, non occupa nell'importazione di quel paese che il quarto posto, e il settimo nell'esportazione.

Questo nostro spirito di scissione noi lo troviamo esagerato negli italiani all'estero, e specialmente in America. La massa della nostra emigrazione, come gi