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A differenza della prima, la favola di questo secondo romanzo, a quel ch'io sappia, è tutta invenzione del poeta. Parrebbe dunque che, non sostenuta da una tradizione, l'Eleonora non dovesse trovare fede applausi neppure in Germania. E nondimeno è noto come ella sia colá la lodatissima delle poesie del Bürger. A che ascriveremo noi questo?

|Sul «Cacciatore feroce» e sulla «Eleonora» di Goffredo Augusto Bürger| |Lettera semiseria di Grisostomo al suo figliuolo| Figliuolo carissimo, M'ha fatto maraviglia davvero che tu, convittore di un collegio, ti dessi a cercarmi con desiderio cosí vivo una traduzione italiana di due componimenti poetici del Bürger. Che posso io negare al figliuolo mio?

Che i due romanzi del Bürger spiaceranno agli italiani per l'argomento loro e per lo stile, forse sará. Ma che l'Italia non patirebbe che i suoi poeti scrivessero romanzi del genere di questi, perché forse schifa della mescolanza dell'epico col lirico, non credo. Siffatte obbiezioni non suggeriscono che al cervello de' pedanti, i quali parlano della poesia senza conoscerne la proprietá.

L'effetto dunque, che produrranno i due romanzi del Bürger, sará proporzionato sempre alla fede che il lettore presterá agli argomenti di maraviglia e di terrore de' quali essi riboccano. Ora, dipendendo da ciò principalmente l'esito della loro emigrazione presso gli italiani, a me non il cuore di pronosticarla fortunata. Cominciamo dal primo. Ecco la traduzione del Cacciatore feroce.

Ora, per dire di ciò che importa a te, sappi, o carissimo, che i lirici tedeschi piú rinomati, parlo della scuola moderna, sono tre: il Goethe, lo Schiller e il Bürger. Quest'ultimo, dotato di un sentire dilicato ma d'un'immaginazione altresí arditissima, si piacque spesso di trattare il terribile.

Forse il Bürger, com'è destino talvolta degli uomini d'alto ingegno, trascorreva in quella sua teoria agli estremi. Ma perché i soli uomini d'alto ingegno sanno poi di per se stessi ritenersene giudiziosamente nella pratica, noi, leggendo i versi del Bürger, confessiamo che neppure il dotto vi scapita, ha ragione di dolersi del poeta.

Io, che non cesso mai dal raccomandare l'originalitá e la scelta d'argomenti adattati alla nostra presente condizione sociale! |Il suddetto|. Eppure, certe poesie del Bürger... |Grisostomo|. Nel giá citato numero 25 del Conciliatore s'è parlato anche di certe poesie del Bürger; ma non s'è detto, parmi, d'imitarne in Italia gli argomenti.

Finalmente, se i due componimenti del Bürger che ti stanno ora innanzi, e che furono immaginati per la Germania e proporzionati a que' lettori, non piaceranno universalmente in Italia, bada bene a non inferire da questo che la letteratura tedesca sia tutta incompatibile col gusto nostro.

I popoli colti d'una parte della Germania, pe' quali il Bürger cantava, sono inclinati all'entusiasmo. Avidi essi di emozioni, non aspettano che quelle vengano di per ; ma per ottenerne, si aiutano fin anche del meditare.

E che altro è infatti quella canzone, se non un racconto di una apparizione immaginaria della dea Fortuna, di un dialogo seco lei e d'una vendetta ch'ella consuma? Ma ho detto che poesie del genere di codeste del Bürger non furono forse mai scritte da' letterati in Italia, per la somma differenza che codeste hanno per cento lati coll'ode del Guidi e con altre che si potrebbero citare.