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Aggiornato: 21 giugno 2025


Ma, pur troppo, la sera dopo ella non cantava, aveva riposo, e Giacomo di Vharè rimase solo con lei oltre la mezzanotte. Quando Giacomo se ne andò via, Andreina aveva voluto accompagnarlo fin sull'uscio dell'ultima stanza d'uscita, abbracciandolo un'altra volta con una tenerezza infinita. Ascolta, Giacomo, gli disse, io ti ho data tutta l'anima mia; ormai non mi appartengo più. Non abbandonarmi subito; io non ti ho ingannato e non ho mentito. Darei la mia vita, il mio nome, il mio trionfo d'artista, tutto tutto, per essere ancora una donna onesta e poterti dire: non sono stata che tua, e non sarò che tua. Stordita, non ho mai avuto rimorso del mio passato; ora ne ho dolore per la prima volta e per te, perchè ti voglio bene Sento che ho finito ormai di essere calma e felice; ma non rimpiango la mia felicit

Io parlo da maladetto senno. FANNIO. Quando promissi che tu vi torneresti, a tutto avevo io ben pensato. LIDIO femina. Or di': che? FANNIO. Non me hai tu detto che in camera scura stesti con lei? LIDIO femina. . FANNIO. E sol con le mani teco parlava? LIDIO femina. Vero. FANNIO. Be', io verrò teco, come dianzi. LIDIO femina. Oh! oh! oh! a far che? FANNIO. Ascolta. Per serva. LIDIO femina.

L’ombra le guarda e tace, le ascolta cadere dirotte, e tace; e in essa il loro segreto d’angoscia s’inghiotte. Stille di piombo fuso su viscere dilanïate, ricadono su i cuori

Al Venosa batteva il cuore. Si spinse, senza saper che facesse, verso una finestra aperta, rispondente su un balcone. Affacciatosi vide Diana seduta sotto di esso, nel giardino; e certo avea riconosciuto la voce di lui, poichè stava in attitudine di chi ascolta. Egli le gettò subito, con mano tremante, la lettera che aveva scritto. La lettera cadde a' piedi di lei.

MALFATTO. Vedi ch'io non ci voglio venire e che piú presto me ne voglio andare a spasso per farte despetto. CURZIO. Oh quel giovane! MALFATTO. Vederemo chi sará piú poltrone, o lui o esso. CURZIO. Olá! Non odi? MALFATTO. Me chiamate io, voi? CURZIO. , chiamo. Vien qua, ché ti voglio parlare. MALFATTO. O venite qua voi, ché te aspettarò. CURZIO. Ascolta solamente doi parole.

allor si mosse contra 'l fiume, andando su per la riva; e io pari di lei, picciol passo con picciol seguitando. Non eran cento tra suoi passi e miei, quando le ripe igualmente dier volta, per modo ch'a levante mi rendei. Ne' ancor fu cosi` nostra via molta, quando la donna tutta a me si torse, dicendo: <<Frate mio, guarda e ascolta>>.

« Ma quando scendevo disperato, cupo, deciso ad esaurire fin l'ultimo passo per trovarti, od a morire con te, lo spirito del povero babbo ti ha condotta in questa capanna. Egli è qui tra noi, ci ascolta e ci vede, Fulvia. Oggi come allora, te lo domando dal fondo del cuore: «Vuoi essere mia sposa? Vuoi lasciare la tua carriera, il tuo paese, e non vivere che per me? ed essere mia

Il qual difetto parmi di ravvisare in questo tratto della sua censura; perciocchè sarebbe stupidezza, non valore, il non sentir dispiacere di morirsi per naufragio. Il Chiabrera si ricordava dell'Eneide lib. I, non delle virtù romanzesche. S. Maurizio ascolta la preghiera del Duca; discende a consolarlo; e gli narra le glorie de' principi di Savoja di lui predecessori.

Ru. Voi saper dov'io tegno: il mio pensiero Et in cui penso e spero: hora me ascolta Sappi la mente ho volta: non in femine Ma in parti, in campi, in semine, e in raccogliere Varii frutti che togliere la fame Sogliono e impir le brame, a' corpi humani Ma sian da noi lontani: e prati e campi Tu mi dici che avampi: pel mio volto E un altro, è per te stolto: anchor m'hai detto Guarda che belli diletto, o ben confassi Che fuggi gli suoi passi: & io i tuoi fuggo Ma mai sotto il tuo giuggo: non me tiri Dimmi perché, i martyri: e gli suoi pianti Non movon tuoi sembianti: ad aiutarlo.

8 La donna il tutto ascolta, e le ne giova, credendo far, come far

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