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Seguita a dire il Cav. d'Urfé che «la Sultane parle a Sangario de l'action que Amedee avoit fait le mesme jour comme s'il y avoit des mois et des annees; venne de l'alma Italia; fece di sangue ogni sentieroL'osservazione è giustissima; e duolmi che il Chiabrera non abbia tolto dal poema questa dissonanza; anche nel MS. che lasciò emendato per la seconda edizione.

Come avvenisse che un poema composto dapprima di soli canti dieci, qual si legge nell'edizione del Guasco, crescesse fino a canti 23, quanti se ne contano in quella del Pavoni, può vedersi nelle lettere del Chiabrera a Bernardo Castello, che si stampano dal signor Ponthenier.

Veramente io penso che non dorrebbe gran cosa al Poeta d'esser convinto di falso in arti magiche; ma se il Chiabrera voleva introdurre magie nell'Amedeide, doveva conformarsi a ciò, che secondo l'opinione di coloro che prestano fede a' sortilegj e simili sciocche ribalderie, è proprio dell'arte magica; specialmente avendone gli esempj d'altri poeti.

8. «Cette seconde invocation descript la Muse comme la premiere Crine adorno di stelle e di raggi Et etant touttes deux dans un même chant il semble qu'elles ne devoient rien tenir l'une de l'autreMa il Chiabrera invoca nuovamente la Musa stessa gi

E tuttavia nel CHIABRERA l'amore vestiva un abito gentile, alla platonica; e in tutte le sue poesie non è parola che ricordi, non dirò le sozzure di certi poeti de' tempi a noi vicini, ma anco la licenza dell'Aminta e della Gerusalemme.

Parmi di avere accennato tutte le composizioni di GABRIELLO CHIABRERA così in prosa come in verso; benchè ve n'abbian molte inedite; per figura, le lettere al pittore Luciano Borzone, e le poesie varie che Benedetto Guasco prometteva di voler mandare alla luce pubblica; ma furon parole.

Ci voleva proprio il coraggio d’Arcangela Tarabotti per sostenere che le donne del tempo di lei e del Chiabrera erano in tutto schiave agli uomini!

Un'altra maniera di poesia drammatica è la favola pastorale; che Torquato Tasso avea levato a tal di perfezione da consigliare i poeti a non volere farsi emulatori dell'Aminta. Io non dirò che il CHIABRERA possa starsi appetto del Tasso; ma dico d'essere pienamente convinto, aver egli il primo seggio, dopo Torquato, tra gli scrittori di favole pastorali; e forse a farlo men chiaro, concorrono due pregj, che agli occhi de' volgari sono difetti; la semplicit

Così visse GABRIELLO CHIABRERA fino all'anno 87 della sua vita: mancò poco a poco, per vecchiezza anzichè per forza di morbo. Ed essendo vivuto mai sempre, come a vero cattolico s'addice, sentendo appressarsi il fine del suo vivere, si confessò d'ogni sua colpa al P. Garassino, Servita, e ricevette il Viatico e l'Olio Santo dalle mani di Benedetto Malfante suo parroco.

Francesco Maria Zanotti, che soli quattro lirici sommi voleva riconoscere in Italia, tra questi collocò il CHIABRERA. Scipione Maffei riconosce due scuole poetiche in Italia, quella del Petrarca e l'altra del CHIABRERA. Antonmaria Salvini affermava niuno meglio del nostro poeta aver inteso il carattere sublime di Pindaro e il vezzoso d'Anacreonte. Ma parecchie difficolt