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Aggiornato: 21 giugno 2025
GULONE. Se mi lascio prendere da Mazzafrusto che mi frusti e ammazzi, e da Sgraffagnino che mi sgraffigni! a dio, a dio. TRINCA. Ascolta una parola... GULONE. Non ascolto parole. TRINCA.
Anche parecchi mesi dopo il viaggio di Francia, in cui si era, come diceva lui, rifatta la mano, il generale sapeva ridere e scherzare a certe ore del giorno; le ore piene, quando abbiamo chi ci ascolta, se vogliamo parlare, chi parla, se vogliamo tacere, chi si piega e si adatta a tutti i capricci dei nostri nervi invecchiati.
Ascolta, amico mio, dicevagli il buon pittore, con voce così commossa che ben mostrava la verit
Non parlare così, Damiano, mio buon Damiano! lo interruppe la sorella: pensa che nostro padre ci ascolta ancora; e se tu non ne dai un po' di coraggio, che cosa faremo senza di te?
ma io ti solvero` tosto la mente; e tu ascolta, che' le mie parole di gran sentenza ti faran presente. Per non soffrire a la virtu` che vole freno a suo prode, quell'uom che non nacque, dannando se', danno` tutta sua prole; onde l'umana specie inferma giacque giu` per secoli molti in grande errore, fin ch'al Verbo di Dio discender piacque
LALIO. Se sto qui adesso, come sto in questa casa? PROTODIDASCALO. Argutule argutule. Se mi vuoi far un piacere ti farò un presentuculo. LALIO. Che vorresti? va' via, va', conosco i pari tuoi. PROTODIDASCALO. Ferma costí, ascolta quaeso due paroline. LALIO. Parla da lungi, di' presto, che vuoi? PROTODIDASCALO. Non è venuto un certo forestiero, advena, oggi in tua casa? LALIO. Sí bene.
L'apre. Ascolta novellamente... Ecco le carte! Ne spiega una... e gitta un grosso sospiro. Alla prima parola, indovina che
Per più d'un'ora, senza parlare, senza neppure guardarla, se l'era tenuta a fianco, stretta, avvinghiandola quasi, rinserrando la stretta a ogni scossone del treno. Ora le parlava sottovoce, rapidamente, quasi all'orecchio. Ascolta... Napoli non la so, non ci sono mai stata. Dicono ch'è una citt
Il padre, quando ascolta il suo riso trillato, argentino, sente rianimarsi e riprende coraggio a vivere; la madre, guardandolo, pensa che la primavera si è incarnata nel suo figliuolo, tanto i suoi capelli ricordano il sole ed i suoi occhi il cielo.
Treman le foglie con brivido lento: Al bosco verde che bisbiglia e posa Narra una storia il vento. E comincia così: C’era una volta.... E, trepidando all’alitante spiro, Il bosco verde ascolta. Era un’errante e fervida gitana: Avea la bocca rossa e fulvo il crine, E si chiamava: Strana. Un giorno amò.
Parola Del Giorno
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