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Aggiornato: 16 giugno 2025


In uno di questi, aperto, una vecchia si cullava su le ginocchia un bimbo in fasce, cantandogli il ninna nanna con voce roca. Da un altro, insieme con un piagnucolare di fanciullo, veniva un odore tignoso di merluzzo fritto. In un terzo, chiuso, si rideva vociando. L'abbaino numero otto, era l'ultimo ed aveva l'uscio aperto sbarrato. Lucia e Adele si arrestarono un momento su la soglia.

Le voleva bene lei, la stimava; nessuno mai le avrebbe fatto del male; se la prendeva sotto la sua protezione, se la prendeva! Qui Lucia, che aveva parlato un po' vibratamente, nauseata da quella ingiustizia, da quei pregiudizi, da quell'egoismo, s'inchinò con freddo rispetto dinanzi alle tre signore e uscì chiamando Adele ad alta voce.

Ella lo chiamava, piano: Paolo.... Che vuoi? Dimmi qualche cosa. Che cosa? E la voce sua era così strana, come di un dormiente che sogna, una voce di persona lontana, una voce di anima distaccata dal minuto presente, dallo spazio presente. Adele trasaliva: Mi ami, Paolo? gli chiedeva, per il bisogno di parlare, di sottrarsi all'incubo dell'ambiente.

Ma saresti più felice con un medico, m'immagino: felicissima, con un ufficiale di cavalleria: arcifelicissima, con un impiegato, Adele. No, no, no esclamò lei, disperatamente non posso esser felice che con te. Temo.... temo che tu sia infelice.... sono così incapace di capirti.... Non vi è bisogno, che tu mi capisca soggiunse lui nessuna donna capisce mai un uomo e viceversa.

Allora il giovane innamorato si sentì commovere da una beatitudine infinita, da un bisogno prepotente di espandere i propri affetti, la propria gioia; da una tenerezza così viva che gli riempiva gli occhi di lagrime. Adele, Adele, Adele, come ti voglio bene!

e la sua nepote Adele Ruzzani, ringraziano il padre Anacleto, priore di San Bruno, della cortese ospitalit

Differenze, Lucia non ne vedeva. E zia Marta aveva troppo criterio per pensare che una persona giovine e affettuosa, per la ragione che aveva l'onore di servirla, dovesse rinunciare al proprio avvenire e soffocare il proprio sentimento. Parlare di licenziamento era cosa ingiusta e crudele. Ella stessa, Lucia, avrebbe fatto in maniera che Adele sposasse presto il cocchiere.

Ordinarono per Nancy una veste sontuosa e un grande cappello piumato. E, giunto il fausto giorno, Nancy, con una veletta bianca calata per la prima volta sul viso infantile, in guanti troppo stretti, e tenendo il volumetto de' suoi versi serrato al cuore trepidante, si recò al Quirinale, accompagnata da Carlotta, Adele e Valeria, tutte in grandi boa di piume bianche.

Dunque, ripigliò, la signorina Adele, voi siete stato così gentile da ricordarvi della vostra promessa? Appena ho potuto; quarantott'ore dopo; disse il conte Gualandi. Eccomi qui senza impiego, signorina. Sono spriorato. Veramente? Verissimamente, e il convento di San Bruno soppresso. Povero convento! Ci si stava così bene! Lo rimpiangete, signorina?

Adele, presso, con l'accappatoio su 'l braccio, guardò con qualche sorpresa il signore, che non a pena l'ebbe riconosciuta, le si fermò dinanzi. «Riverisco signor Svarzi! fece la cameriera timidamente.

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