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Con costui corse infino al lito rubro; con costui puose il mondo in tanta pace, che fu serrato a Giano il suo delubro. Ma ciò che ’l segno che parlar mi face fatto avea prima e poi era fatturo per lo regno mortal ch’a lui soggiace, diventa in apparenza poco e scuro, se in mano al terzo Cesare si mira con occhio chiaro e con affetto puro;

Presso ad Archon i due rivali si trovarono di fronte, in un bel giorno di fiorita primavera, tutto sole, in mezzo ad un vasto campo serrato da verdura nuova e palpitante: la morte non ebbe mai un più festevole sudario.

Leda, una magnifica cavalla saura, dai garetti d'acciajo, si slanciò avanti con trotto serrato, all'hip gutturale di Cesare; e l'

La folla intanto, prendendo per Pescheria, e via di furia attraversando la Piazza de' Mercanti, di contrada in contrada fu al Cordusio, fu al Broletto, E ad ogni passo, quasi mucchio di neve che s'aumenti rotolando, si faceva sempre più densa, più compatta, più romoreggiante. Si udì un trotto serrato di cavalli, e fu un grido generale: Ella viene! Ella viene!

Una di esse restò vicino alla porta, che aveva serrato dopo di , l'altra, slanciandosi verso il maestro, che si era alzato, gli si avviticchiò al collo con uno slancio di affetto filiale. Animo!... Che c'è, ragazza? Che hai? disse il buon vecchio, meravigliato, e cercando liberarsi da quelle due braccia rotonde, ben tornite, che lo stringevano e quasi lo soffocavano.

Quel colloquio serrato e segreto col marchesino, avevano destate nel petto del povero giovinetto certe furie della gelosia che non aveva ancora provate in sua vita. Era fatto così! Caro signor Cantis, che cosa mi contate di bello? domandò Nan

Anco ti fo sapere che, innanzi l'avenimento del Verbo mio Figliuolo, poco stecte il popolo giudaico senza profeta, per confortare il popolo con le profezie, dando lo' speranza che la mia Veritá, profeta de' profeti, li traesse della servitú e facesseli liberi e diserrasse lo' el cielo col sangue suo, che tanto tempo era stato serrato.

Quando questo ebbe battuto dieci colpi, cominciò a partir qualche rumore dal palazzo del Palavicino, indi voci indistinte e nitriti di cavalli che risuonarono per tutta la contrada, e dopo qualche po' d'ora, lontan lontano s'udì come un rumor sordo di ruote scorrenti, e via via anche un trotto serrato, che s'andò sempre più avvicinando, sino a che svoltando dal Borgo Nuovo, e facendo rimbombar l'acciottolato, una carrozza, o meglio una lettiga a ruote, che fu la prima forma di cocchio che i Francesi avevano introdotto in Italia, non facevano allora molt'anni, andò a fermarsi innanzi al portone del palazzo del Palavicino.

C'è ancora molto? chiese Lidia. Tre chilometri, rispose il signor Pfaff, rigido al suo posto. Sei stanca? domandai io alla donna. Ella negò col capo e mi volse la bocca in modo ch'io fui costretto a ribaciarla. Traversando il primo dei ponti che s'incontrano su quella strada, vedemmo il Reno orribilmente serrato fra due montagne a picco, furioso di spuma.

Ora, coperta dei nostri plaids, stava rannicchiata nel suo posto, silenziosa. Io e mio fratello di tratto in tratto ci guardavamo inquieti. Il cocchiere sferzava i cavalli. E il trotto serrato risonava forte su la strada che le siepi qua e l