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Ho detto il sonno. E che cosa è il sonno? Siamo noi ben certi che la vita del sonno non sia una vita a parte, un'esistenza distaccata dall'esistenza della veglia? Che cosa avviene di noi in quello stato? chi lo sa dire? gli avvenimenti a cui assistiamo o prendiamo parte nel sogno non sarebbero essi reali? Ciò che noi chiamiamo con questo nome non potrebbe essere che una memoria confusa di quegli avvenimenti?... Pensiero spaventoso e terribile! Noi forse, in un ordine diverso di cose, partecipiamo a fatti, ad affetti, ad idee di cui non possiamo conservare la coscienza nella veglia; viviamo in altro mondo e tra altri esseri che ogni giorno abbandoniamo, che rivediamo ogni giorno. Ogni sera si muore di una vita, ogni notte si rinasce d'un'altra. Ma ciò che avviene di queste esistenze parziali, avviene forse anche di quell'esistenza intera e più definita che le comprende. Gli uomini hanno sempre rivolto lo sguardo all'avvenire, mai al passato; al fine, mai al principio; all'effetto, mai alla causa; e non di meno quella porzione della vita a cui il tempo può nulla togliere o aggiungere, quella su cui la nostra mente avrebbe maggiori diritti a posarsi, e dalla cui investigazione potrebbe attingere le più grandi compiacenze, e gli ammaestramenti più utili, è quella che è trascorsa in un passato più o meno remoto. Perocchè noi abbiamo vissuto, noi viviamo, vivremo. Vi sono delle lacune tra queste esistenze, ma saranno riempiute. Verr

Ora, questa figura di vergine fatidica, voi profani la immaginate immota, sorda, perfettamente distaccata da tutto quanto la circonda, seguendo, con gli occhi sbarrati nel vuoto, l'intima visione dell'imminente scempio d'Agamennone: e quando l'orrore è giunto ad un culmine insostenibile, prorompe in quel grido straziante. Nossignore, voi sentite e vedete male.

Ella lo chiamava, piano: Paolo.... Che vuoi? Dimmi qualche cosa. Che cosa? E la voce sua era così strana, come di un dormiente che sogna, una voce di persona lontana, una voce di anima distaccata dal minuto presente, dallo spazio presente. Adele trasaliva: Mi ami, Paolo? gli chiedeva, per il bisogno di parlare, di sottrarsi all'incubo dell'ambiente.

E alzata s'abbatté sul mio petto; e questa volta fu ella che mi baciò prima, con una specie di furia convulsa, come presa da una frenesia repentina, quasi volesse in un solo tratto estinguere una sete atrocemente patita. Ah, sono morta! ripeté, quando ebbe distaccata la sua bocca dalla mia.